Dopo la lettura di tanti libri di moda che fanno piangere per pochezza di contenuti o argomenti triti e ritriti, finalmente posso parlarvi di un Fashion Book che è tutto l’opposto. È tutto l’opposto non solo perché insegna davvero qualcosa, ma perché lo insegna in modo divertente. Sembra quasi che Veronica abbia deciso di istruirci come si fa con i bambini che mentre montano il T-Rex imparano senza accorgersene.
Conoscevo già Veronica, ma solo tramite il suo alter-ego Spora, perché leggevo il suo blog di tanto in tanto grazie ai tweet di Unasnob, ma mi era sfuggita la pubblicazione del libro. Così quando ho preso in mano il libro Tacco12 da Feltrinelli ho pensato:
“Uh, un libro che insegna a camminare sui tacchi, finalmente, vediamo com’è.”
Sfogliandolo: “Uh, ma è pieno di informazioni vere!”
Leggendo la prima pagina: “Uh, ma è una storia!! Devo averlo!”
Solo a casa ho visto che Veronica era la stessa Spora che già leggevo.
Il libro infatti è una storia, la storia di Marta sola soletta e un po’ allo sbando, sia lavorativamente che fashionisticamente, che diventa la discepola della Spora, un Putto super fashion un po’ simile a Trilly ma con moltissimo sale in zucca.
Illustrazioni Sara Menetti che potete vedere anche su Sporablog |
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Questo libro mi è piaciuto per così tanti motivi che sarebbe impossibile elencarli tutti, quindi vi cito solo quelli che mi hanno più colpito:
- Le informazioni che vi sono contenute sulla scelta delle scarpe (scarpine), la forma del piede, gli esercizi da fare dopo una giornata di tacchi, sono utilissime ma soprattutto un po’ fuori dal coro, il libro avrebbe potuto intitolarsi “Come salire sul tacco 12 senza soffrire“
- Oltre ai tacchi ci sono una serie di mini trainer per la beauty routine (e chi lo sapeva che il tonico non si deve dare con il cotone!) e i vestiti. Ho apprezzato molto il fatto che quando la Spora porta la sua discepola a cercare i vestiti basici (trench, tubino nero…) le spiega che deve trovare i basici che si adattino al suo fisico, dato che è una clessidra. L’argomento non viene completamente svicerato se non per il suo caso (anche perché se no ci sarebbe voluto un libro a parte) ma quello che traspare è il “cercare quello che ci dona“, cosa che viene trascurata quasi sempre.
- Non mancano trucchi per risparmiare pur stando attente alla qualità, (ho finalmente capito perché le scarpe che costano poco sembrano dei plasticoni, sono junk shoes), o a far durare le scarpe con la sostituzione di tacchi e l’applicazione della gomma davanti (che avevo già iniziato a fare, brava me!).
- Si parla anche di plantari. Vi chiederete cosa c’entrano Tacco 12 e plantari? Beh la Spora suggerisce di farseli fare per usarli poi in tutte le scarpe, ed acquistare quindi un numero in più, ma di non rivelare al podologo che li si usa anche nei tacchi. Voglio proprio provare!
Illustrazioni Sara Menetti che potete vedere anche su Sporablog |
La cosa tra tutte però che ho trovato più geniale è la scelta della tipologia narrativa, il fatto appunto che la protagonista è un po’ sfigatina, anche se nasconde un sacco di qualità (e parliamo di gusto non di fisico, quello è secondario) e quindi potrebbe essere ciascuna di noi. La trasformazione in Figa, è graduale ed è un percorso fatto dalla stessa Marta, che mette a frutto le informazioni acquisite dalla Spora, non una banale trasformazione esterna come si vede nei programmi tv.
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Questo lo pone in contrasto con molti altri libri, magari scritti da persone più famose (e più accademicamente preparate) pieni di pagine sul trovare il proprio stile che prendono polvere nella vostra libreria e non vi hanno insegnato nulla.
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Dopo questo libro io ho davvero imparato a camminare sui tacchi, con passo più spedito e sinuoso, per ora solo alla fase due, francesina alias Richelieu, non vedo l’ora di passare alla décolleté.