Come sapete a me non interessa la storia della moda. Se volete saperne di più su quando è nata la minigonna e il contesto sociale in cui si è imposta ci sono persone ben più preparate di me da cui poter andare, che hanno studiato anche all’università questi argomenti. A me interessa la psicologia della moda e anche come la società in cui siamo influisce sull’immagine di bellezza. A questo proposito sto leggendo “Il Mito della Bellezza” di Naomi Wolf, un libro che spiega come l’industria della bellezza (non solo quella che produce i prodotti ma quella che imprime nelle nostre menti uno standard di bellezza) stia lavorando per tenere le donne occupate e insicure di modo da non lasciarle competere nel mondo “maschile”. Che vi piaccia la vena complottista oppure no è innegabile che il tempo che noi dedichiamo alla bellezza sia enorme: per nostra scelta, certo, perchè nessuno ci impone di depilarci le gambe o di investire centinaia di euro in creme anti rughe. Ma se non lo facciamo stiamo andando contro tutto quello che ci è stato insegnato, e nuotare controcorrente da soli è difficile. A me piacerebbe di più cambiare proprio la corrente.
Quello che ho letto nel libro di Naomi Wolf – e che mi ha aperto un mondo, nonostante non lo abbia finito dato che è in un inglese abbastanza difficile – è che questi standard sono sempre più elevati quanto più una donna invecchia. Insomma, invecchiando, deve far finta di non subire gli effetti del tempo, deve sembrare sempre giovane e desiderabile, non dire l’età o verrà scartata come una vecchia scarpa. Magari non succede così nella vita, non sempre, ma questo è quello che viene proposto in TV e nell’immaginario comune che viene impresso nella società. Sean Connery invecchiando diventa sempre più bello e desiderabile così come George Clooney mentre Meryl Streep e Jane Fonda è meglio se si piallano la faccia ma, loro, le tolleriamo solo perché sono molto brave e riconosciute. Naomi Wolf dice che questo succede perché invecchiando e crescendo una donna acquisisce saggezza, potere, denaro ed è quindi meno facilmente controllabile e più indipendente. Così il mito della bellezza preferisce una ragazza molto giovane, bella ma in modo molto fresco e innocente di modo da poterla controllare meglio. Di nuovo, che vi piaccia o meno la vena complottista del concetto è innegabile che, mano a mano che una donna invecchia, le vengono imposti sempre più standard e, soprattutto nel vestire, le si consiglia di coprirsi di più perchè “non è un bel vedere”.
Io non sono mai stata dell’idea che dopo i 30, dopo i 40, dopo i 50 sia necessario stravolgere il proprio modo di vestire, abbandonare i gusti che ci distinguono come individuo e orientarsi verso qualcosa di mortificante, noioso ed etichettato come “da signora”. Perché quando una donna invecchia le si dicono cose relative all’abbigliamento che mettono i brividi:
Solo leggere queste cose dovrebbe farvi un po’ arrabbiare: perché nascondersi? Perché negare i vostri gusti? Magari siete una Mela con poco seno e anche a 65 anni l’abito dritto sopra al ginocchio vi sta meravigliosamente, perché rinunciarci? Se avete sempre amato lo stile anni ’50 un po’ Pin-up, niente più fiocco nei capelli o cardigan con le ciliegie solo perché avete passato i 50? Concordiamo insieme che sono regole stupide?
Però quello che può succedere è che, a un certo punto, non vi sentiate più a vostro agio con le cose che avete sempre indossato, che vogliate allungare gli orli o coprire le braccia. Bene, in questo caso bisogna capire 3 cose davvero importanti prima di procedere:
Come vi trovate con tutti i post che dicono come vestirsi dopo gli “anta”? Avete applicato qualcuna di quelle regole?
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