La mia ricerca verso l’armadio ideale prosegue e non poteva non imbattersi nel metodo assai noto inventato da Courtney Carver chiamato Project 333. Non so se per il nome così “ingegneristico” o per lo schema davvero funzionale che ne deriva, ma questa tecnica della creazione dell’armadio capsula incontra molto di più i miei gusti, e questo perché c’è una teoria, scomposta in fasi, che vi consente di crearlo, con qualche limite però, ma quello lo vedremo poi.
Il Project 333 è nato con una finalità etica, sostenibile e minimalista, è una sfida che vi propone di vestirvi per i 3 mesi con solo 33 capi, inclusi gli accessori. Come ogni sfida che si rispetti ha un piano ben dettagliato del quale vi riporto solo i punti principali, se poi desiderate approfondire o abbracciare questo modo di vivere vi consiglio di guardare direttamente i passi sul sito di Courtney Be more with less. Se invece non riuscite a leggere in inglese troverete una descrizione molto accurata (e anche davvero bella) sul sito di Martina Quasi Organizzata.
Come ogni sfida e ogni cambiamento richiede una fatica davvero grande all’inizio, perché selezionare i primi 33 capi, quelli che vi accompagneranno per i prossimi 3 mesi non è semplice, ho visto blogger molto scrupolose tenere traccia per un mese dei capi che più indossavano e quante volte li indossavano e scegliere solo quelli, altre che selezionavano solo i capi che amavano, ma vi rendete conto che così non può funzionare. Magari i capi che amate sono bellissimi, ma non si abbinano tra loro, oppure indossate spessissimo una gonna ma con magliette sempre diverse e non si abbina invece con le t-shirt che utilizzare più spesso. Ci vuole quindi del metodo e il progetto 333 originale vi suggerisce di trovare il proprio stile: non una passeggiata, ma il metodo è molto razionale:
Lo so, non è affatto facile, ma bisogna mettersi a ragionare su tante cose, però secondo me ne vale la pena. A quel punto dovreste sapere quali colori, tessuti, stili e vestibilità preferite e quindi sarà più facile escludere cose che non armonizzano con esse. Uno degli errori che si fa solitamente e che questo metodo evita è fare questo discorso con tutto l’armadio invece che con le cose più e meno usate, che ovviamente non porterebbe da nessuna parte, infatti magari ho tanti maglioni in cotone, ma poi i maglioni in cotone li uso pochissimo perchè sono freddolosa e passo dal maglioncino misto lana alla maglia senza maniche. Uno dei problemi che però resta è che… e se quello che avete nell’armadio non vi piace, se non siete soddisfatte di ciò che indossate più spesso e anzi finite per indossarlo perché il resto vi fa sentire a disagio e osservate? Il rischio è un po’ impantanarsi ancora di più nella confort zone ma poi ci torneremo.
Anche questa parte non si trova in altri metodi più noti, non è facile guardare con onestà come spendiamo il nostro tempo, magari lavoriamo da casa e il 70% del tempo indossiamo molto semplici, oppure al contrario abbiamo molte riunioni serali e quindi bisogna rifornirsi di abiti professionali ma eleganti. La vita di ogni donna è diversa ed è importantissimo che il suo guardaroba la rispecchi.
Le idee dovrebbero essere chiare e potete fare decluttering scegliendo la modalità che preferite: Mi da gioia/non mi da gioia, mi dona/non mi dona, mi piaccio quando lo indosso/non mi piaccio, questo ovviamente considerando se il capo in questione può stare nell’armadio 33 oppure non rispecchia le linee guida scelte. Ovviamente non potrete avere 1 paio di jeans 10 scarpe e 10 magliette, meglio mantenere una serie di proporzioni, anche in base al vostro modo di vestire. Nel mio capo potrei anche avere più vestiti che pantaloni, mentre nel caso di un’amante dei jeans potrebbe non esserci nemmeno un vestito. Lasciate sempre prevalere le vostre idee, i vostri problemi e la vostra quotidianità. Fare abbinamenti ora non dovrebbe essere difficile quindi vi sconsiglio di creare già l’outfit o la sera vi ritroverete a lavare la maglietta che volete indossare il giorno dopo.
Come potete notare il metodo mi è molto piaciuto e non escludo di metterlo in pratica nel mio armadio, ma ne ho trovato alcuni “difetti” dati probabilmente dal fatto che ogni cosa va adatta al paese in cui si vive.
Questo ultimo punto secondo me è il vero limite del progetto che è ottimo per gli appassionati che vogliono vivere più eticamente, ma non offre una soluzione su vasta scala. Penso che si possa ottenere qualcosa di simile ma senza una limitazione eccessiva di capi e anche andando a “tentoni” per trovare il proprio stile. Se volete provarlo, ma no siete sicure del risultato si può anche tenere tutti i capi che non fanno parte dei 33 accessori e “stivarli” in scatoloni sottovuoto invece che donarli immediatamente. Ho ancora un metodo da studiare prima di essere pronta per aprire le prenotazioni per la nuova consulenza “armadio matematico“, intanto che ne dite di accettare la sfida del progetto 333? potreste fermarvi solo ai primi 3 step per capire cosa vi piace e che stile state adottando al momento.
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