Chi: Sara, dottoranda sedentaria
Segni particolari: portatrice sana di plantari
Nemici: il tecnico radiologo che mi consigliò, una taglia fa, di perdere 10 kg
Amici: la dietologa che mi rispose, già una taglia fa, che sarebbe stata una vera follia
Forma: mela, tg 42, 61 kg per 1,67 di altezza QUINDI perfettamente normopeso (tiè radiologo!)
Odio: chi commenta quello che mangi. “Un’insalata?! Sei a dieta?!” “Prendi il dolce?! Madonna io sono già piena!!!” “Kebab per pranzo?! Ma che stomaco hai?!” “La minestrina?! Come i vecchi!!”
Amo: il mio nuovo taglio di capelli
Amerei: avere un punto vita….
Allora: intanto grazie mille Anna per lo spazio che stai dando a questo “problema” che quasi nessuno prende in considerazione.. né i giornali di moda (non sia mai…) né il mercato. Eppure una cosa che dicono tutti è “la scarpa in un look è fondamentale”; ho sperimentato io stessa come sia impossibile vestire bene se poi sei limitata a due paia di scarpe, spesso da ginnastica. E quando dico 2 non esagero dato che in questo momento la mia scarpiera è miseramente vuota e conta solo 3 paia totali di scarpe. Quando ancora non portavo il plantare ne avevo più di 20, per cui puoi immaginare il disagio che ho provato a vestirmi e il piccolo trauma di svegliarmi ogni mattina senza avere con me le mie adorate ballerine. Immagina di aprire il tuo armadio una mattina e scoprire che tutti i tuoi vestiti si sono ristretti di 2 taglie e l’unica cosa che puoi indossare è una comoda ma brutta tuta grigia: la sensazione è la stessa. Questa premessa per dirti che chi deve indossare plantari dall’oggi al domani non può più guardare le scarpe in vetrina e sceglierle in base al gusto né può comprare alla cieca gli abiti che vorrebbe senza prima valutare attentamente con quali delle 3 scarpe che ha a casa potrà indossarli.
Questa orribile sensazione mi ha portata più volte a pianti a dirotto. Lo so, dall’esterno sembrerò patetica e superficiale, ma ho scoperto in rete che non sono l’unica a vivere così male questa situazione; gli abiti che indossiamo sono un’estensione di chi siamo e doverli abbandonare per portare “un’uniforme da plantari” (che spesso si riduce a jeans + scarpe da ginnastica OGNI SINGOLO GIORNO, e bada, non ho scritto pantaloni eleganti o harem pants o cargo etc, dato che con le scarpe da ginnastica stanno bene solo i jeans) fa dubitare anche della propria bellezza: sai meglio di me quanto le gonne ci salvino, mentre i jeans evidenziano ogni nostro singolo difetto.
Sono però giunta ad una consapevolezza: lo sbaglio più grande che possiamo fare è iniziare ad odiare i propri piedi ed il proprio corpo. Io li ho odiati tantissimo entrambi. Anche quando mi incaponivo a portare ballerine e abitini quando uscivo la sera per non sembrare appena uscita dalla palestra o dal liceo (accoppiata gonna corta di jeans e scarpe da ginnastica rievoca in me, ventiseienne, le teenager americane…….) e i piedi mi facevano così male da non riuscire a camminare, io odiavo loro, la loro conformazione, il neuroma per il quale mi hanno già operata 2 volte; e non odiavo invece le ballerine, le scarpe senza suola, i sandaletti da 4 euro, tutte quelle “bellissime calzature” che, per essere belle ed economiche, stanno distruggendo i piedi a molte più ragazze di quante pensiamo. Guarda tutte le ragazzine che portano gli Ugg: camminano tutte con i piedi verso l’interno, anche se il piede piatto non ce l’hanno. Mia cugina fa la barista e rimane in piedi anche 8 ore al giorno; aveva iniziato ad avere dei tremendi mal di schiena, perché il dress code del bar imponeva tacchi o ballerine a tutte le cameriere. Lei aveva optato per le ballerine, ma la sera tornava a casa comunque distrutta dal lavoro e dalle scarpe. Le ho consigliato di provare una scarpa chiusa con dei semplici plantari “per piede diabetico” (il modello più comune, segue semplicemente quella che dovrebbe essere la naturale corretta forma del piede ed è morbido per attutire il passo): mal di schiena spariti dopo pochi giorni. Idem una mia carissima amica, commessa, che ora sta in piedi anche per diverse ore molto più volentieri di prima.
Per cui, invece di colpevolizzare il proprio modo di camminare, i piedi e le caviglie, la schiena, che quando eravamo bambine magari erano sanissimi, guardiamo piuttosto le ballerine che portiamo ogni giorno e chiediamoci “E se la ditta che le produce dovesse spendere quei 5 euro in più per fare una suola seria, io adesso non mi sarei rovinata per sempre l’arco plantare?!”.
Questo è il mio pensiero, non intendevo dilungarmi troppo, ma credo sia fondamentale perché tantissime ragazze che devono usare i plantari si sentono come le povere idiote col corpo fatto male (sto alzando la manina) che non permette loro di essere belle e alla moda. Spesso invece sono le imposizioni della moda che ci rovinano.
Passo adesso alla mia avventura da portatrice sana di plantare 🙂 che porta a dover “convertire” tutte le tue calzature ed i tuoi look in favore del nuovo “amico plantare”. La prima cosa che una ragazza deve capire secondo me è qual è il suo look.
Scarpe da Ginnastica: Se per esempio una ragazza è sportiva e il suo armadio pullula di tute, felpe, maglioni, jeans, leggins, scarpe da ginnastica, sneakers, Timberland et similia, allora il problema probabilmente neanche esisterà. Mia sorella è molto ricercata ma sportiva, lo sport è la sua professione e dunque si veste di conseguenza; non ha neanche una ballerina né stivali eleganti e nelle sue calzature il plantare ci sta tranquillamente. Infatti esistono tipi di scarpa in cui la composizione della suola e la forma della scarpa stessa permettono di ricavare lo spazio per inserire un nuovo plantare anche se quello proprio della calzatura non è estraibile. Questo è possibile non in tutte le scarpe da ginnastica: quelle da basket, da corsa, le shape up, le Camper e in generale quelle effettivamente fatte per essere usate a livello sportivo, con l’accorgimento in alcuni casi di comprare un numero in più se dovessero risultare strette sul collo del piede, non presentano alcun tipo di problema per chi porta i plantari. Altro paio di maniche per le scarpe da tennis o sneakers (Superga, Allstar e simili, per intenderci), che non sono vere scarpe per fare sport (provate a correrci o farci ginnastica: slogatura assicurata!). Questo tipo di scarpa non è adatta all’inserimento del plantare perché è stretta, allungata e fasciante sul collo del piede. Io avevo un vecchio paio di superga e non c’è stato nulla da fare, ho dovuto buttarle: dopo mezza giornata non mi arrivava più il sangue alle dita dei piedi e avevo le caviglie così gonfie da sembrare incinta! Ho girato in lungo e in largo e ho scoperto però – per chi non volesse proprio rinunciarvi – che esiste una scarpa da tennis con plantare estraibile: è la sneaker di Tommy Hilfiger, unisex e per me molto carina. Il modello che ho acquistato io è quello che vedete nella foto seguente. C’è in vari colori e modelli e tutti con plantare estraibile. Hanno la suola un po’ più alta, cosa che permette di utilizzarle anche con un plantare “importante” e la pianta un po’ più larga, ma credimi che indossate tutto questo non si nota. Certo, hanno un loro costo, ma siamo sullo stesso prezzo delle Allstar; io le ho prese scontate ai saldi, le ho pagate 45 euro.
Sandali: l’estate è la stagione più infame per chi porta i plantari; una ragazzina che vive in sneakers e jeans corti o gonnellina può ripiegare sulle sneakers che ho appena segnalato; chi ha invece un look un po’ più “adulto” ed elegante invece ha dei seri problemi a trovare dei sandali che possano contenere il plantare. Ovviamente, un tipo di sandalo simile non esiste. Per questo è obbligatorio ripiegare su sandali con plantare già inserito e qui esistono ahimè due sole opzioni: sandali ortopedici, che sono sul vecchiotto andante, o Birkenstock. Io ho optato per i secondi. Premessa necessaria: io non sono mai stata una grande estimatrice dei Birkenstock, ANZI. Ho sempre deriso le mie migliori amiche che li indossano da maggio a settembre dato che ho sempre preferito ballerine o sandaletti piatti. Eppure, con buona pace di Enzo e Carla, una volta indossati non ho più voluto toglierli. Anche perché non avendo altre calzature, non avrei neanche POTUTO toglierli! Sono davvero comodissimi, molto resistenti, ben fatti, soprattutto adesso che sono di moda sono anche facilmente reperibili e nessuno ti addita come “tedescotta in vacanza” se li indossi (a meno che tu non abbia l’accortezza di metterli con le calze……). Ne esistono di tantissimi modelli, alcuni più femminili, altri più sportivi. Io ho scelto un modello “basico” per poterlo usare su tutto e alla fine dell’estate due mie colleghe mi hanno fatto i complimenti per come sapevo abbinarli e portarli. Inoltre, la suola del Birkenstock è fatta in maniera anatomicamente ineccepibile: basta indossarli una volta per capire immediatamente che non arriverai più a casa la sera con la schiena incriccata e le caviglie doloranti. Neanche dopo una giornata da turista a Venezia.
Ballerine: le più eleganti dovranno dire addio alle ballerine. Questo quello che ci diranno tutti i rivenditori di scarpe, anche i più esperti e ferrati in materia. La ballerina, per sua naturale conformazione, non può contenere il plantare: è troppo bassa e morbida. Io ho dovuto rinunciarvi per tutta l’estate; poi, l’ultimissimo giorno di vacanza in montagna, mentre cercavo un regalo per un’amica, il mio ragazzo ha notato in esposizione delle ballerine con un po’ di suola e il tallone di camoscio rigido. Mi chiama e insieme notiamo che…. il plantare si estrae! Mi segno immediatamente la marca e corro su internet a verificare quanto supposto: esistono delle ballerine per chi porta il plantare, sono prodotte da un’azienda italiana, la
IGI&CO. La ballerina che ho acquistato io è quella della prima foto. Certo, sono più comode se si acquistano con un numero in più, dato che solitamente i plantari calzano un numero in più; ma per il resto è a tutti gli effetti una ballerina dalla forma sportiva, certo, basti guardare la suola, ma dal design elegante. Il tallone è necessariamente più duro perché un plantare indossato con una scarpa che non ti tiene il piede perfettamente centrato e fermo è pressoché inutile; questo le porta ad essere più propense a creare le vescichette sul tendine d’Achille classiche delle ballerine ai loro primissimi giorni d’uso, per cui consiglio di indossarle inizialmente con i collant o con dei cerottini. Il prezzo non è bassissimo, ma ben più economico rispetto alle centinaia di euro delle scarpe ortopediche classiche. Inoltre, con 70 euro si ha una ballerina italiana, fatta bene e con una qualità superiore dei materiali.
Stivali: per l’inverno credevo sarebbero stati un problema dato che moltissimi modelli (quelli più femminili e carini) sono attillati sul collo del piede, parte che più sporge quando si portano i plantari; dato che ho iniziato a cercarli solo poche settimane fa, non posso ancora dirmi un’esperta in materia. Però due cose posso consigliarle.
Primo: si legge in internet che gli UGG sono quasi gli unici stivali abbastanza larghi da permettere di infilare il plantare e aver il piede comodo; è verissimo, ma non vanno bene. Purtroppo anche se molto belli, comodi ed ampi sono (almeno le imitazioni economiche) anche molto morbidi e lasciano che il piede “scivoli” verso l’interno o l’esterno, permettendogli di seguire le sue naturali imperfezioni. Questo non va bene e rende il plantare inutilizzabile. Devo rubare il paio originale UGG che ha comprato mia sorella e provarli con il plantare per vedere se anche quelli di marca hanno lo stesso difetto o, essendo fatti di un materiale più resistente, riescono a contenere la caviglia e l’arco del piede. Se così fosse anche nel lungo periodo, sono un acquisto da valutare seriamente; altrimenti, sono soltanto MOLTI soldi buttati.
Secondo: ho trovato un modello di stivali da pioggia comodi, larghi nella pianta e sul collo del piede e soprattutto femminili. Li ho comprati da Decathlon e ho speso solo 14 euro; si trovano nel reparto equitazione. Ne esistono vari modelli, molto carini e resistenti. Il plantare ci sta comodamente (dato che sono stati fatti un po’ più larghi per inserire i calzettoni) ma sono molto comodi anche per chi il plantare non lo usa: basta comprare un numero in meno o sovrapporre più strati di calze, che d’inverno non guasta! http://www.decathlon.it/F-50616-stivali-equitazione
Tipo di Plantare: ultima ma più importante variante: non tutti i plantari sono uguali. Io ho dovuto cambiare ben 3 modelli per l’incompetenza della farmacia che me li ha venduti. Avevo il nome del modello che mi aveva prescritto il mio fisiatra: la farmacista mi ha detto “è solo una marca, prendi questo che è identico; anzi, ordinane uno su misura da noi che è anche meglio”. Falso. Regola 0: la farmacia vuole vendere, il fisiatra/podologo vuole che tu stia bene. Per cui, una volta segnalato un modello è necessario seguire quel modello particolare. Anche perché dopo ben 2 acquisti errati e tanti soldi spesi, ho scoperto che la ditta che mi era stata segnalata dal fisiatra produce modelli di plantare comodissimi e con una vestibilità che tutti gli altri non hanno. Tanto da potersi indossare anche con scarpe che inizialmente avevo dovuto accantonare (ballerine comprese). Io la segnalo così che se ne possa conoscere l’esistenza, ma ovviamente bisogna capire se vanno bene per il proprio problema e questo solo il medico può dircelo. Io ho il piede piatto e tendo a spostare in avanti il peso di tutto il corpo: utilizzo gli “Ortho active” della “
Podartis“. Questa marca ha da poco reso i suoi plantari in lattice, per cui più piccoli ma non per questo meno efficaci, anzi (quelli nella prima foto sono i miei plantari. Chi li deve portare noterà subito che hanno una forma decisamente più ergonomica e la punta si adatta a più tipi di scarpa rispetto a quelli classici dalla punta tonda e tozza). Si trovano solo nelle sanitarie ben fornite. Io mi ci trovo benissimo, il problema di dolore alle dita e i continui neuromi che avevo prima con questi nuovi plantari sono scomparsi. Ripeto: non sono un dottore e non voglio prescrivere niente a nessuno, però chiedere al proprio medico se possono andare bene non costa nulla. Anzi, potrebbe allargare la rosa delle calzature indossabili anche a chi adesso, causa plantare vecchio stile, ha dovuto accantonarle da tempo…
Elenco di Marche che facilitano la vita a chi deve portare i plantari, aggiornato via via che se ne trovano di nuovi:
Decathlon: per gli stivali ma anche ballerine sportive e scarpe da ginnastica.
Camper: oltre alle scarpe sportive ha anche almeno una ballerina e una décolleté da 5cm con plantare sostituibile.
UGG: il plantare ci sta ma il collo del piede non è bloccato.
IGI&CO: ballerine fatte per essere calzate con il plantare.
Birkenstock: non ci si può inserire il plantare ma sono ideali per camminarci in estate.
Benvado: ballerine, stivali e scarpe sportive, nessuna vendita on line.
Bata: alcune ballerine sono abbastanza ampie da inserire il plantare
Hogan: hanno il plantare estraibile e facilmente sostituibile.
Flexa Fratelli Rossetti: costose ma mocassini e ballerine con plantare estraibile
Clarcks
Hassia: marca austriaca che fa scarpe con plantare estraibile, si trova in Germania Austria Svizzera e Francia, forse in Italia solo a Trento