Il mio lavoro è combattere contro i mostri che avete nell’armadio e nella vostra testa. No, non sto parlando di quel cappotto peloso anni ’80 che tenete per ricordo, o di quel paio di zeppe fluo che vi piacciono tanto. Il mio compito non è giudicare i vostri vestiti e farveli gettare via, costringendovi a vestirvi come voglio io, non siamo mica in un programma tv.
Io combatto quei mostri che vi rendono insicure di voi, che non vi fanno vestire come realmente desiderate, che costantemente vi fanno sentire “non abbastanza”. Sono tanti mostri, si infilano nel vostro armadio influenzando il modo in cui vedete il vostro corpo e vi fanno utilizzare i vestiti per coprirvi, nascondervi o passare inosservate, invece che per mostrare chi siete davvero.
Il mostro che combatto più di frequente si chiama “Disagio“. È di quelli che fa la voce grossa, ma in realtà è tipo il drago di Mulan, piccolo, che si sconfigge facendogli il solletico. Però spaventa, ed è noioso, sempre lì a pungolare e molestare. Il Disagio è quello che quando ti guardi allo specchio con un vestito diverso dal solito ti fa credere che tu non possa uscire di casa così, è quello che quando provi un abito in camerino a cui non sei abituata ti dice che no, davvero tu non sei così, quello che quando hai un rossetto vistoso o una gonna più colorata ti fa credere che tutti gli occhi siano su di te.
Il disagio ha il potere che gli diamo noi, ed è normale che sia presente le prime volte in cui abbiamo voglia di cambiare look, di provare qualcosa di diverso, mentre ci studiamo allo specchio. La sua forza però dovrebbe finire lì, il suo compito è quello di farci esplorare cosa c’è fuori dalla comfort zone con calma, di farci ragionare e chiederci se una cosa nuova davvero ci piace. Non di bloccarci.
Invece, molto spesso noi prendiamo questo piccolo draghetto che ci arriva a malapena al polpaccio e gli diamo il potere di trasformarsi in un mostro gigante, che ci blocca la porta di casa finché non siamo tornati nei nostri soliti vestiti. Cosa succederebbe se lo ignorassimo e uscissimo davvero con l’abbigliamento che ci fa sentire a disagio?
La domanda la faccio a voi, perchè il problema è proprio quello, non c’è nessun drago davanti casa. Siamo davvero convinte che quella sensazione di disagio che proviamo davanti allo specchio sia permanente? Che ci seguirà per tutta la giornata, se decidiamo di indossare lo stesso quell’abito un po’ più corto o quella gonna colorata? In realtà non lo farà, perchè appena usciremo penseremo a tutte le cose belle che ci aspettano fuori, oppure saremmo invase dalle solite preoccupazioni quotidiane, cercheremo di ricordare mentalmente la lista della spesa che abbiamo lasciato sul frigo, ci arrabbieremo con l’autobus che è in ritardo e ci fa arrivare tardi al lavoro, e tutto il resto sarà dimenticato.
Forse quello che ci frena non è la paura di provare disagio tutto il giorno, ma noi prendiamo quel momento davanti allo specchio, con l’outfit completo prima di uscire, come il momento decisionale. Come il check per cui se tutto va bene allora possiamo uscire, se c’è qualcosa che non ci torna, se c’è anche solo un piccolo e remoto campanello d’allarme che fa sì che non siamo convinte al 100%, allora si torna all’armadio e ci si cambia. Ma non dovrebbe essere così, la fase decisionale è a monte, c’è già stata nel momento in cui nella nostra testa abbiamo deciso cosa indossare. Se stiamo cambiando look, se abbiamo voglia di qualcosa di nuovo, è normale che ci siano dei diversi tentativi, dei momenti di indecisione, delle cose che non ci convincono del tutto. Ma se ci fermiamo davanti allo specchio e non le indossiamo davvero, se pretendiamo che tutto sia perfetto prima di uscire, non potremo mai affrontare questa fase di cambiamento.
Non fatevi quindi fermare dallo specchio, non fatevi fermare da quei cinque minuti di indecisione, prendete la porta e uscite. Non siete convinte al 100%? Pazienza. Fuori non c’è la giuria di Project Runway che vi manda a casa se non gli piace il vostro look. E, se qualcuno davvero osa commentare qualcosa, basta rispondere: “Avevo voglia di provare qualcosa di nuovo!“