Le cose nuove fanno sempre paura. Quando invece inizi a farle, ti butti, ci provi, piano piano diventano familiari. A un certo punto ti sembra di averle fatte da sempre e hai assimilato di essere in grado di fare quella determinata cosa.
Non c’è niente di peggio di quando non riusciamo a fare qualcosa perché siamo convinti di non essere in grado, è come quando non mettiamo le gonne perché siamo convinte di non dover mostrare le nostre enormi ginocchia (che poi magari non sono nemmeno enormi). Io per esempio ero convinta di essere timida, l’idea di parlare in pubblico mi sembrava allucinante, impossibile, una cosa che io non sarei mai stata in grado di fare.
Mi sbagliavo, più di quanto mi sbagli sulle mie ginocchia. È bastato provarci buttarsi al Fashion Camp, due anni fa, e ora so non solo che sono in grado di farlo, ma che mi piace anche.
Certo c’è platea e platea, e ci sono situazioni in cui un pochino di agitazione sale ancora. Come questa.
Sono stata invitata a parlare alla seconda edizione del Festival della Comunicazione di Camogli il 13 settembre, ho accettato con slancio ed entusiasmo per rendermi poi conto che si trattava di una cosa molto grossa, mi basta leggere il mio nome insieme a personaggi pazzeschi come Piero Angela e Umberto Eco perché mi tremino le ginocchia.
Una mia amica mi ha detto: “Tranquilla, magari il tuo discorso sarà il momento in cui tutti vanno a prendere il caffè!” Il che non mi tranquillizza per niente dato che vorrei essere all’altezza dell’evento. Mi è stato inoltre assegnato un argomento vasto e vago: la moda è il web. Attraverso il quale devo costruire un argomento appassionante adatto a un pubblico vasto, che magari non si interessa di moda, magari nemmeno di web, e composto anche da uomini. Non la mia tipica platea.
Il discorso sta già prendendo forma nella mia testa e riguarda come attraverso il web sta cambiando l’immagine che la moda rimanda della donna, e piano piano lo sto trasferendo su carta per poter poi ad agosto preparare le slide.
Ma nel frattempo vi chiedo, chi viene ad assistere e darmi manforte? Vedere qualche faccia nota e sorridente nella platea mi aiuterebbe a non far tremare più le ginocchia.