Devo ammetterlo: quando devo acquistare un costume, ci sono un sacco di cose a cui penso. Per me non è un acquisto semplice, di impulso, per me è una lotta contro il sistema che spesso si trasforma in frustrazione contro il negozio, le commesse, il marchio, chi mi accompagna e chi anche solo osa sminuire le mie difficoltà. Scegliere un costume è un bilanciamento pazzesco tra ciò che vuoi e ciò che vende il mercato, e sono sicura che capite quello di cui parlo. La cosa mi smuove talmente tanto dentro che vado alla ricerca del costume giusto praticamente armata, e ogni difficoltà mi fa arrabbiare ancora di più.
L’anno scorso, per esempio, con un pancione da competizione, il parto previsto a fine settembre e tanta voglia di mare ho iniziato a cercare un costume intero Premaman. Non volevo un bikini perché volevo essere comoda (non sarei comunque entrata nei miei vecchi costumi) e volevo qualcosa di pratico e che non si spostasse. Non avete idea della rabbia che ho provato (o magari ve la ricordate da Instagram) quando ho scoperto che non mi era possibile acquistare un costume intero: la taglia che mi era giusta di fianchi mi era enorme sul seno che, per quanto aumentato, lo ero di coppa e non di giro torace. Così piena di frustrazione ho ripiegato sui due pezzi Premaman: volevo un sotto che fosse adatto a un pancione e un sopra tankini ma, di nuovo, nessuna speranza e nessun negozio o sito che lasciava acquistare una 4° per i fianchi e una 2° per il seno. Tranne Prenatal ma, una volta arrivata, mi sono amaramente resa conto che la taglia più piccola dei suoi pezzi di sopra era per me enorme, avrei dovuto togliere quasi un palmo di stoffa dal giro torace. Cosa mi aspettavo da un negozio che vende reggiseni da allattamento che partono dalla terza? (Le donne con un torace della prima o della seconda, secondo voi, non hanno bisogno di sostegno quando allattano??). La fine di questa storia è che ho preso ago e filo e ho modificato due costumi interi che mi hanno salvato l’estate, ma ho capito una cosa da tutto questo: la cosa più importante è che il costume che scegliete sia comodo.
Negli anni io ho scelto i costumi in base al colore: impossibile trovare per lungo tempo un costume che si accostasse bene alla mia carnagione (non facevano costumi di colori autunnali) e sembravo sempre più pallida di quello che ero. Così mi orientavo verso i miei colori preferiti: bianco, fucsia, rosso e blu. Quando è arrivato un costume del giusto punto di rosa l’ho acquistato anche se il modello non facilitava l’abbronzatura e i fiori che ci erano disegnati non mi piacevano affatto.
Oppure li sceglievo in base a quanto facile era abbronzarmi con essi. L’abbiamo fatto tutte, no? Più piccolo è il costume, più facile si slacciano i lacci dietro la schiena e se non lascia tracce di spalline sulla scollatura allora è il migliore, no? Beh questo taglia fuori un sacco di costumi che potrebbero piacerci, che potrebbero donarci ed essere comodi solo perché i lacci sono incrociati sulla pancia, la scollatura non è giusta o è a vita troppo alta.
Ultimamente il criterio in cima alle mie scelte era sempre quello per cui il modello doveva riuscire a valorizzare al meglio il mio fisico, a far sembrare i fianchi più piccoli e meno in mostra tramite laccetti laterali spessi, a contenere un pochino la pancia (ma non tutta) di modo da farla sembrare più piccola e ad ampliare le mie spalle e il seno con una fascia. Con quale risultato? La fascia è sempre scivolata via se provavo a tuffarmi o a nuotare e i laccetti laterali non rendono mai il pezzo di sotto stabile, a meno che non li si stringa così tanto da creare un segno sul fianco. Mi si spostava sia dietro che davanti, scivolando via se nuotavo più intensamente.
Il costume giusto è come un paio di scarpe col tacco: sono bellissime, slanciano fantasticamente le gambe, ti fanno sentire meravigliosa ma poi traballi sul pavé, hai male ai piedi dopo 10 minuti tanto da aver voglia di tagliarteli via nel giro di 2 ore.
Perché non scegliere un costume non in base all’estetica ma alla facilità con cui ci permette di goderci il mare? Quest’estate voglio provare la bellezza di indossare un costume con cui nuotare a stile libero fino alla barriera (dove l’anno scorso arrivavo a cagnolino altrimenti la pancia mi faceva ribaltare), che mi permetta di sedermi sulla spiaggia con mio figlio senza aver paura che si sposti e di godermi il sole senza pensare all’abbronzatura perfetta. Magari non sarà del colore giusto, magari non minimizzerà i miei fianchi ma mi permetterà di godermi quel poco di mare che ci sarà concesso.