Una cosa che viene sempre negata in TV, sui social e nelle riviste è che il corpo della donna cambia e che è normale che sia così. Fate attenzione: non accade la stessa cosa per il corpo degli uomini, nessuno si aspetta che a 50 o più anni abbiano lo stesso fisico che a 20. Per le donne invece sì: ci si aspetta che il corpo debba rimanere lo stesso per essere guardato (pena la mortificazione sociale), nonostante per una semplice questione biologica subisca dei cambiamenti molto più invasivi rispetto al semplice invecchiamento (gravidanze, parti, menopausa ad esempio).
Ma non è così: una donna dopo il parto si ritrova con il fisico che è in una fase di transizione, non è quello che aveva in gravidanza e nemmeno quello di prima. Insomma, è un corpo in continua evoluzione. Non aiuta il fatto che questo fisico non sarà nemmeno quello definitivo che avrà da lì in avanti ma, piano piano, alcune caratteristiche torneranno a essere le stesse o simili a come erano prima del parto. Ma questo accade spesso nel giro di un anno o anche di più e ha solo in parte a che fare con l’aumento ipotetico di peso.
Io lo sapevo, sapevo che ci sarebbe voluto tempo per rientrare nei miei vestiti, sapevo che la diastasi si sarebbe richiusa dopo mesi, che il torace sarebbe stato più grosso e così anche il seno. Sapevo che non potevo fare nulla per impedire questo cambiamento perché era naturale e positivo, e che non aveva senso accanirsi su cose che non potevo controllare. Se non l’avessi saputo, se avessi creduto – come si legge sulle riviste – che dopo 1 mese o meno era normale avere la pancia piatta, che si può tornare ad allenarsi subito e che si deve perdere tutto il peso extra in tempi rapidi sarei stata disperata. Disperata perché la mia realtà non era la stessa della modella di turno ventitreenne che partorisce e torna subito sulle passerelle, perché la conformazione del mio fisico ha fatto sì che si modificasse in un certo modo durante la gravidanza. Proprio come quello della maggioranza delle donne, e c’è bisogno di tempo perchè torni, almeno in parte, come prima.
Nonostante la serenità con cui l’ho affrontato, questo cambiamento non mi ha lasciato affatto priva di problemi. Nello specifico mi ritrovavo con:
- un seno più abbondante sia di coppa che di torace quindi stavo dentro solo ai due reggiseni che potevo utilizzare (non parlerò di allattamento perché è un argomento personale e non voglio che si sappia se ho allattato o meno e per quanto, dato che sono situazioni delicate)
- un punto vita molto più largo, di circa 10/15 cm
- una pancia sporgente che saliva fino al seno e che per molto tempo è stata anche molto gonfia lateralmente creando l’effetto maniglie dell’amore
- fianchi più larghi, anche loro di circa 10 cm
- la cicatrice del cesareo che doleva anche con i pantaloni premaman (modello a vita bassa)
gracetphotography: ci mostra il suo dopo e prima
Questo faceva sì che gran parte degli abiti che avevo nell’armadio non mi stessero e mi rendeva anche impossibile rivolgermi alla maggior parte degli abiti premaman: ho fatto gran parte della mia gravidanza durante il periodo caldo e, partorendo a metà settembre, non avevo cose invernali premaman a parte i jeans. Non avevo nemmeno voglia di comprare altra roba, dato che sapevo che si trattava di acquistare capi che avrei usato solo per un piccolo lasso di tempo. Le mie uscite poi, soprattutto nei primi due mesi, erano limitate in quanto la ferita del cesareo mi doleva a tal punto che era difficile camminare a lungo (non succede a tutte, io ho avuto complicazioni nell’ultimo periodo della gravidanza).
Nonostante la scarsa voglia, ho dovuto investire nell’acquisto di 4 capi e nella realizzazione di due gonne ma è bastato questo per risolvere ogni problema e rendermi di nuovo felice e soddisfatta dei miei vestiti, aiutandomi a gestire quella pancia che mi vietava gran parte delle scelte nel mio armadio.
I miei look infatti erano di due tipi: jeggings, premaman e non, più maglione lungo con spacchi oppure gonna a ruota con maglione dentro e collant premaman. Oltre a questi, riuscivo a entrare in tre abiti che si scampanano in modo tale da non mostrare affatto la pancia. Nello specifico ho acquistato:
- i jeans premaman di H&M senza bottone, che cercavo in gravidanza ma dei quali era finita la taglia (ovunque, anche on line e in altre città). Avevano la cucitura all’altezza della ferita del cesareo e per questo non erano proprio l’ideale, ma almeno mi permettevano di contenere la pancia senza sentirmi costretta
- un paio di pantaloni skinny neri di Calzedonia con fascia alta ed elastica in vita (se avete la pancia diffidate dai jeggings con elastico alto solo 2/3 dita), perfetti perché con la cucitura più alta non mi davano fastidio
- un maglione lungo in cachemire con spacchi laterali da Diffusione Tessile, di modo da poterlo indossare anche sui jeans premaman senza mostrare la banda elastica di colore diverso e senza che si fermasse poi sui miei fianchi larghi da pera
- un maglione lungo con spacchi e bottoni laterali da Stefanel con la stessa funzione dei precedenti
Ho poi realizzato due gonne, una a ruota e una arricciata con elastico, che andassero bene per il mio nuovo girovita ma con abbastanza spazio per spostare il bottone e utilizzarle un po’ anche quando la vita si rimpicciolirà. Il tutto è stato completato da un piumino premaman di Bonprix lungo fino al ginocchio, svasato e con gli spacchi, perfetto per portare il bambino in fascia ma anche per segnare il punto vita alto che avevo.
Una volta terminati i miei acquisti ho provato tutto ciò che avevo nell’armadio e ho posizionato ciò che non mi stava con le grucce girate verso il retro dell’armadio, difficili da raggiungere insomma. In questo modo avrei potuto riprovarle di tanto in tanto ma non avrei fissato l’armadio con sguardo vuoto della serie “Eh ma non so se ci starò“. Ho anche posizionato i maglioni corti – quelli che arrivavano ben sopra metà sedere quindi erano inadatti a essere indossati coi pantaloni premaman perché avrebbero mostrato la banda elastica (avrei anche potuto fregarmene ma volevo evitare le uscite del tipo “Ohh ma aspetti di nuovo” alle quali avrei risposto “E come, imbecille, se ho partorito un mese fa! Cosa pensi che abbia, due uteri?“) – in un cassetto diverso dai maglioni lunghi di modo da sapere subito cosa andava bene con la gonna e cosa no.
In questo modo, con l’aiuto anche di un lungo calzascarpe comprato all’Ikea, vestirsi non è stato più difficile. Le cose difficili erano altre, ma questo lo potete immaginare da voi. Nel frattempo la mia diastasi c’è ancora ma si sta chiudendo, la pancia si è sgonfiata (anche se ancora sporgente) e le maniglie dell’amore sono andate via, mentre so che il torace ci metterà molto a richiudersi, e questo anche perché fare sollevamento passeggino dà più risultati che fare sollevamento pesi.
Spero che questo post possa aiutare coloro che si trovano adesso nella delicata fase post parto, se avete altri consigli da condividere lasciatemi un commento così che possa essere utile a molte.
Vi ricordo che il corso Guardaroba Facile che ho realizzato insieme a Valentina è scontato per questa settimana: fino a mezzanotte di Lunedì 30 marzo costerà 100€ invece che 140€. Potrebbe essere proprio l’occasione per riorganizzare l’armadio dopo il parto.