Stare a dieta è sempre difficile, troverete in giro per il web articoli che vi propongono la soluzione delle soluzioni, l’uovo di colombo che vi permette di dimagrire senza sforzo. La dieta è uno degli argomenti di cui noi donne parliamo più di ogni altra cosa e che va anche di moda e questa è la ragione per cui non ho mai voluto parlarne qui. Forse è anche la ragione per cui per tanti anni non ho mai voluto “essere a dieta” perché il desiderio di dimagrire spesso era associato ad una insicurezza psicologica che poco ha a che fare con la salute.
Da quando sono a dieta mi sono però accorta che ci sono alcune piccole difficoltà che vi rendono però la vita davvero difficile e che molto spesso sono un po’ sottovalutate nel mare magnum degli articoli “pro-prova costume”.
Per prima cosa mentre sei a dieta una voce dentro di te ti dice di mangiare. Ok, io quella voce ce l’ho quasi sempre, ma se sono a dieta non posso assecondarla e allora lei si fa ancora più forte. Ti chiede dopo che hai finito una sana cena e sei sazia: “Un dolcino, dai solo un pezzo. Un biscotto, dai solo uno, cosa potrà farti? Dai vai a prenderlo, ti basta aprire l’angoliera, cerca qualcosina su forza, ti serve, lo senti che lo stomaco lo chiede?” Per me è davvero difficile non assecondare questa voce e lo è stato fino a che non mi sono accorta che era la stessa voce che mi diceva che se fossi dimagrita allora sarei stata più felice, che i miei capelli facevano schifo e non si potevano guardare e che quella mattina avevo veramente la faccia sfasciata. Era la voce cattiva dentro la mia testa, non era un reale bisogno dei mio corpo, ma solo un cattivo suggeritore che ero già stata in grado di zittire una volta. Per aiutarmi ho applicato la tecnica di Noting (annotare) imparata grazie alla meditazione, quando quella voce arriva la guardo da lontano e non la seguo anzi di “Oh, è la vocina che ha fame, ciao!” e non ci penso più molto.
Il secondo problema è lo zucchero. Non sto qui a parlarvi di picco glicemico dato che non sono la persona adatta, ma vorrei raccontarvi di come quest’estate in orsica mi sia “intossicata” di madeleine e mini plumcake. Le merendine, o i biscotti molto dolci, mi scatenano una sorta di dipendenza, ne voglio ancora e ho difficoltà a fermarmi, dopo l’ultimo morso di una madeleine devo averne un’altra e così via. Mi succede solo coi dolci confezionati e direi che non è una cosa tanto rara, è molto brutto perché non trai soddisfazione da quello che mangi e dato che diventa uno spreco non mi piace affatto. In questo caso basta resistere un giorno o anche metà giornata per non sentirne più l’esigenza, l’unico problema è che quando si ricomincia si è punto e a capo. Per resistere uso anche qui la tecnica del noting, sarebbe più facile non comprare questo tipo di prodotti, ma al povero fidanzato, che a dieta non è, cena con branzino a vapore non posso negare un piccolo dolcino.
Un altro problema è la sindrome de “pensa ai poveri bambini africani che non hanno da mangiare”. In pratica se siete stati educati che il cibo non si spreca a volte questa cosa prevale sul fatto che siete a dieta. Sì certo basta fare porzioni piccole, peccato che se come me avete la fame negli occhi non è semplice, inoltre il “bisogna finirlo” non riguarda solo ciò che avete nel piatto. Se come me odiate gli sprechi guardate l’avanzo di pandoro aperto e sapete che bisogna finirlo prima che sia da buttare e dato che non potete nemmeno darlo al cane, mangiarlo sembra quasi un dovere. Questo problema è stato vinto quando mi sono data delle priorità, se adesso la priorità è la dieta non ha importanza il cibo che resta lì, la dieta viene prima. Anche questo aspetto non è facile da gestire perché bisogna fare molto appello alla razionalità ma funziona.
Le occasioni speciali: partiamo dal presupposto che non capita una volta alla settimana di andare a cena fuori, a pranzo o all’aperitivo, a prendere il tè da un’amica, le occasioni per sgarrare sono tante, e se per anni la priorità è stato il cibo e non la dieta viene da pensare: “Però stasera ho l’occasione di bermi la birra buona che so che fanno in quel pub, di mangiare la pizza con l’impasto speciale, di provare l’hamburger in quel posto nuovo!” Non farsi sfuggire l’occasione di mangiare qualcosa di particolare sembra più importante del percorso che hai scelto e dell’obbiettivo che ti sei posto, o almeno per me era (e ogni tanto lo è ancora). Ogni volta mi rispondo che se sto a dieta più seriamente in questo momento non è che quella sarà l’unica occasione che avrò di bere quella birra o mangiare quell’hamburger e che, anche in questo caso, è importante selezionare delle priorità. Ho imparato che ci si può godere una bella serata anche bevendo acqua naturale o camomilla (dato che le altre bevande analcoliche sono peggio di una birra) e che non è necessario mangiare qualcosa di unto per godersi una buona cena.
Una cosa che non avevo previsto è la de-motivazione che ci danno le persone intorno a noi, sempre in buona fede ma con insistenza ci invitano a sgarrare: “Ma solo per questa volta, ma già che siamo qui, vedrai che questo lo potrai di sicuro mangiare, ma uno sgarro ogni tanto si può anche fare.” Non voglio stare qui ad indagare la ragione, ma restare ferrei nelle nostre motivazioni non è facile, non è facile dire di no al buon dolcino o rinunciare a quella pizza particolare.
Per evitare questi due problemi ho imparato che organizzarsi è la risposta principale, è la risposta per tutto. Quando vado a cena o a pranzo fuori decido già da casa cosa ordinerò, vado sul sito del ristorante o utilizzo just eat quando il sito non ha il menù e soppeso attentamente le varie alternative. Lo faccio prima a mente fredda e con stomaco sereno di modo da non lasciarmi cogliere davanti al cameriere dal “Massì vabbè tutti prendono quello, lo scelgo anche io” e non farmi trascinare dalle voci di chi è con me. Può sembrare macchinoso, ma è molto rasserenante.
Sgominate tutte queste difficoltà arriva qualcosa con cui non prevedevo di fare i conti e che come a monopoli ti fa ripartire dal via: il ciclo. Sì perché dopo le mie 3 settimane di dieta attenta e scrupolosa è arrivato il ciclo e io improvvisamente ho iniziato a bramare le gocciole come una disperata, a continuare a desiderarle senza un fondo e una fine, a continuare a sgarrare visto che avevo già iniziato e mi è sembrato esattamente ed esasperatamente di ripartire da zero.
A questo si aggiunge il fatto che la bilancia segna lo stesso peso di prima della dieta, ma di questo vi parlerò un’altra volta. Adesso sono curiosa di sapere quali sono le vostre difficoltà quando siete a dieta?