Quando ho aperto questo blog avevo uno scopo ben preciso: dire la mia con voce forte, chiara e senza paura su certi argomenti. Il che non significava solo scagliarsi contro quelle riviste che ci fanno credere che così come siamo non andiamo bene, ma combattere il preconcetto che la donna debba essere in un certo modo e siano gli altri a dirle come deve essere.
La parità tra i sessi per me è fondamentale, non significa certo che uomini e donne siano uguali, siamo ben diversi, come anche le donne sono diverse tra loro. Significa semplicemente che abbiano uguali diritti, e le stesse possibilità nella vita. Che le donne siano giudicate senza pregiudizi per il loro valore, e lo stesso gli uomini.
La settimana scorsa mentre leggevo il blog di Lorella Zanardi, il corpo delle donne, mi sono imbattuta in questo bellissimo video.
Vi consiglio di guardarlo, ma se al momento non ne avete la possibilità vi ripropongo il messaggio: da quanto tempo dire che fate le cose “come una ragazza” o “come una donna” è diventato un insulto? “Corri come una ragazza, combatti come una ragazza, lanci come una ragazza,” e ampliandolo “quello non sa guidare, sarà una donna” “si è perso e non ha senso dell’orientamento, eppure era un uomo non una donna”.
Come una donna è un insulto da molto tempo, eppure io guido come una donna, ho un senso il senso dell’orientamento di una donna, corro da donna, gioco a tennis da donna, nuoto da donna e tutto questo perché sono una donna. Ho un ottimo senso dell’orientamento, ma a tennis sono una schiappa, ma non perché sono una donna, semplicemente perché non sono portata, mentre altre donne lo sono certamente.
Non dobbiamo permettere che “come una donna” sia usato come un’insulto, come facciamo? Impedendo che sia usato anche nei confronti dei maschi.
“Giochi a calcio come una femminuccia, guidi come una donna, non puoi comprare il maglione di quel colore, è da donna…”
Nella stessa giornata in cui ho scoperto il video Always Like a Girl ho anche trovato un post dove una casa di abbigliamento australiano pubblicizzava abbigliamento intimo sexy per uomo. Lingerie “da donna” pensata per un fisico maschile, quindi con tagli e proporzioni differenti, indossata da begli uomini con bicipiti scolpiti. Neanche a dirlo i commenti variavano dal “terribile” al “Ahaha” che ridere.
Perché un uomo che desidera vestirsi “da donna” fa ridere no? Deve per forza essere gay o depravato o malato per volersi abbassare ad indossare capi da donna no?? Una donna fa bene ad indossare pantaloni “da uomo”, a rubargli la camicia a tagliarsi i capelli corti, perché lei si “eleva” all’aspetto maschile, mentre perché mai un uomo dovrebbe abbassarsi volendo assomigliare a una donna?
Posto che possa non piacere a una donna un uomo che indossa la sua stessa biancheria (c’è invece a chi piace, o chi supera lo “strano” iniziale), come a me non piace il giallo, nè i leggings, mi preoccupa la leggerenza con cui è stato trattato questo tema, che tratta più profondamente il fatto che esistano cose da donna e cose da uomo, non cose che tutte le persone possono fare o indossare.
Prego notare che lei è vestita da uomo ed è stato reputato talmente normale che nessuno se ne è nemmeno accorto
Ve l’ho già detto, ma ripeterlo fa bene, gli uomini nei secoli scorsi indossavano gonne, abiti, calzamaglie, tacchi, si truccavano si mettevano le parrucche, ma non erano considerati meno “uomini” per questo. Adesso non si può, adesso un uomo che si mette un colore “da donna” deve per forza essere gay, e se desidera truccarsi o mettersi il corsetto deve essere fatto allontanare dalla scuola. Non sono bastati Kurt Hammel e Morgan Ball a dirci che i vestiti non hanno genere.
Noi donne che tanto vogliamo la parità dei sessi, vogliamo che non ci giudichino per come siamo vestite, che non ci licenzino perché portatrici d’utero, e non ci insultino per il nostro aspetto, dobbiamo pretendere lo stesso per gli uomini. Dobbiamo batterci perchè non esistano cose da uomini e cose da donne, e che noi tutti possiamo scegliere sia la professione, che l’abbigliamento senza preconcetti.
Ed evviva la casa di intimo che ha dichiarato “I nostri prodotti non sono dedicati a “categorie specifiche”, non ci interessa che la nostra clientela sia gay, eterosessuale, vegetariana, repubblicana, anglicana, marziana o qualunque altra cosa: produciamo semplicemente seducente e lussuoso intimo da uomo” Perché non ci devono più essere giochi da maschio e giochi da femmina, o abiti da donna e abiti da uomo, ma ognuno sia libero di scegliere quello che desidera.
Ora guardando queste immagini ditemi se è giusto che il fatto che lei indossi gli abiti di lui non vi sembri strano ma che lui indossi gli abiti di lei appare assurdo, non è un pregiudizio questo? #clotheshavenogender