Il percorso sull’autostima procede, e ho deciso di chiedere a una psicologa mia amica, Sara Padovano, che da tempo si occupa dell’argomento e i cui corsi ho già seguito di parlarci di questo argomento in modo un po’ più scientifico:
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Che noi donne siamo critiche nei confronti di noi stesse, e lo siano “un tantino” in più del genere maschile, è risaputo, del resto l’autocritica è femmina e il mettersi in gioco e un’inclinazione che più caratterizza il sesso gentile che non quello forte.
Quando le critiche però diventano una costante, la nostra vocina interna ci mette un po’ troppo spesso in discussione, ci riconosciamo più difetti che pregi, o ci focalizziamo su uno in particolare che non ci piace e gli attribuiamo un peso eccessivo, bisogna far suonare il campanello di allarme e mettere in atto alcuni accorgimenti per riequilibrare il giudizio di noi stesse. Se utilizziamo pensieri poco obiettivi il rischio è che, alla lunga, miniamo le nostre sicurezze e la nostra autostima identificandoci in un’immagine di noi stesse distorta e poco reale. Bloccare queste “cattive abitudini” ci permette di riacquistare serenità per vivere e viverci al meglio.
Premessa doverosa:
Avere autostima vuol dire essere consapevoli del proprio valore, sapere di essere in grado di affrontare le situazioni, di determinare gli eventi, di piacersi ed accettarsi, ma anche avere consapevolezza dei propri limiti e delle proprie “imperfezioni”.
Il senso di inadeguatezza non è della stessa natura per tutti tra le persone che si piacciono poco e quelle per niente, possiamo identificare due categorie:
- c’è chi il valore ad attribuirselo proprio fa fatica o non ci riesce, le cose buone di sé le da per scontate e alla portata di tutti, mostra una spicca tendenza a minimizzare i successi ed enfatizzare gli insuccessi. Il rapporto con i complimenti è particolare: mai che se ne faccia uno e se a farglielo sono gli altri si imbarazza ed è pronta a sminuirsi cercando di convincere l’altro che sta sbagliando.
- c’è chi invece un certo valore se lo riconosce e sarebbe anche soddisfatto di sé, se potesse soltanto migliorare ancora un pochino, raggiungendo quel determinato obiettivo, peccato che poi una volta raggiunto l’insoddisfazione permanga e il meccanismo ricominci, continuando ad inseguire un Sé ideale un po’ troppo ideale.
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In entrambe i casi siamo in balia di pensieri nocivi che generano un’immagine di Sé percepita distorta, causa di sfiducia in se stessi, insicurezze, insoddisfazione e frustrazione, responsabile di un basso livello di autostima. Nel primo caso i pensieri sono del tipo “Non valgo, ho soltanto difetti, mi isolo o maschero parte di me agli altri, perché se scoprissero veramente come sono non mi amerebbero più”; nel secondo “Valgo nella misura cui sono brava, devo assolutamente essere brava altrimenti gli altri non mi ameranno”. Cosa li accomuna? Il tema critico: Il Valore.
Possiamo migliorare il nostro livello di autostima?
La risposta è positiva, ma serve una buona “cura ricostituente”, basta scoprire qual è, non esiste la bacchetta magica o il libro miracoloso. Incrementare il proprio livello di autostima significa intraprendere un percorso fatto di piccoli gesti, di attenzioni nei confronti di Sé stessi, ma anche di cambiamenti di abitudini ed automatismi auto-bloccanti, che richiedono impegno. Tutto ciò deve però essere accompagnato da una conditio fondamentale: la propria volontà, senza la quale nulla può funzionare. Questo significa aver voglia di mettersi in gioco, superando il bisogno innato dell’essere umano di certezza, coerenza, prevedibilità responsabile della difficoltà di staccarsi da situazioni che pur riconosciute come “nocive”, rappresentano il certo ed il conosciuto, una zona di comfort poco funzionale.
Da dove cominciare?
L’Autostima è un pensiero globale, una valutazione generale di Sé e spesso non si sa da che parte cominciare per imparare a piacersi di più e darsi più valore. Può essere utile ragionare in termini di Autostime Specifiche e lavorare su quel pezzettino di noi che genera insoddisfazione e mina il nostro generale senso di Autostima.
Sei sono le Autostime Specifiche:
- Corporea: rapporto con il proprio corpo
- Emozionale: capacità di sentire ed esprimere le emozioni
- Relazionale: saper gestire i rapporti interpersonali
- Lavorativa/scolastica: successo/insuccesso nel lavoro o a scuola
- Familiare: considerazione in ambito familiare
- Senso di autoefficacia: capacità di padroneggiare e determinare gli eventi e le situazioni
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Identificare la nostra area critica può esserci di grande aiuto per intervenire in modo mirato ed efficace per “armarsi e partire” alla conquista di quello che ci spetta di diritto: la nostra Autostima!
Come scoprire quel è la nostra Autostima Specifica?
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