Lo sappiamo bene, noi donne siamo le nostre più grandi nemiche, passiamo la vita a criticare i nostri difetti e ad inventarcene di nuovi, a minimizzare i nostri successi e a deprezzare le nostre capacità. Più donne incontro, ai corsi, via mail o anche solo nella mia vita off-blog, più mi si sta formando la convinzione che la superbia sia un vizio prevalentemente maschile, e solo una donna su cento si stimi e si tratti meglio di quanto vale. Le restanti 99 perdono tanto tempo a dire quanto sono ingrassate, o quanto poco sono brave a fare qualunque cosa. Non si tratta solo di mania di perfezionismo, si tratta più che altro di paura che gli altri si aspettino troppo da noi, o anche solo un criticarsi per prevenire le potenziali critiche altrui.
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- Quando vi fanno un complimento l’unica cosa da dire è “Grazie” tutte le altre parole sono inutili da “Ma no, cosa dici che sono ingrassata” a “Ma no, è merito dei pantaloni neri/tacchi/leggings push up.”
- Quando dovete dire una cosa positiva di voi non iniziate con una negativa, la gente non darà alcun credito alle vostre parole, “Io di mobili non capisco niente, ma quelli di mia nonna sembrano solo vecchi non antichi” non c’è bisogno della premessa “I mobili di mia nonna sembrano solo vecchi non antichi” è la stessa frase, ma positiva. C’è chi usa questa premessa anche in campi in cui è preparata, e la usa per paura che qualcuno la contraddica, ma automaticamente svilisce tutte le sue capacità.
- Per i momenti in cui vi ritrovate ad alta voce a dire: “Ah, ma io sono sempre un disastro/ma io sono un botolo/ma ho dei capelli terribili e faccio schifo” vi prescrivo un compito a casa. Per ogni “scomplimento” dovete farvi un complimento, e non vale se resta nella vostra testa, bisogna dirselo ad alta voce o scriverlo. Può essere una cosa semplice: “Ho delle belle mani” “Sì è vero che i capelli sono terribili, ma in realtà a quasi 60 anni sono ancora tutti neri tranne qualche filo grigio sulle tempie”
carolinegault |
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