Chi: Elisa, laureata ed in cerca della propria strada.
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style me pretty |
Ha cercato di Cambiarmi
Tutto è iniziato alle superiori, quando ero ancora più bassa, con i denti storti e con vestiti per metà scelti da mia madre e un quarto ereditati dalla zia… Avevo un ragazzo che era totalmente l’opposto di come sono io: metallaro, alto, “abbondante”, in continuo conflitto con tutti su tutto. Proprio tutto. Me compresa. Potevo essere bella e dolce quanto voleva (e me lo diceva), ma quando si trattava di vestiti e carattere, non c’era molto che andasse bene.
this is colossal |
Andavamo a fare shopping e tutti i colori che piacevano a me venivano immancabilmente bocciati, in favore del nero. Nero e rosso, al limite, o nero e viola. Nero e qualsiasi altro colore che risultasse abbastanza metallaro, gothic o tetro da soddisfarlo. Riusciva a criticare tutti i miei vestiti, ogni singola volta che non erano adatti alla sua “moda”, ed era tanto pungente da farmi iniziare a cambiare tutto il mio stile.
f dup fashion |
hilde wangel |
Piano piano mi sono ritrovata plasmata a sua immagine e somiglianza. L’allegra ragazzina, vestita colorata e solare era diventata buia, vestita di nero e il suo sorriso si stava lentamente spegnendo, complice anche l’influenza negativa che questo ragazzo aveva avuto anche sul rapporto tra me e la mia famiglia.
Ero continuamente sottoposta ad esami accurati circa il mio abbigliamento. Non importava nulla il fatto che il nero mi smagrisse ancora di più (pesavo 42kg al tempo e persino una mia professoressa aveva espresso ai miei genitori la sua paura che fossi anoressica), che mi spegnesse l’incarnato e mi facesse sembrare uno zombie ambulante… Tutto questo non aveva importanza, la sola cosa degna di nota era il colore che i miei vestiti dovevano avere: rigorosamente nero.
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E come se tutto questo non bastasse, la mia autostima era continuamente minata anche dai suoi vari tradimenti, dei quali lo perdonavo sempre, perché ormai non avevo nemmeno più la forza di reagire, pensando che fosse in ogni caso colpa mia.
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hilde wangel |
Non l’ho mai detto a nessuno, e l’anonimato che internet può garantire (per quanto possibile) mi spinge ora a parlare anche di un’altra cosa. Perché? Beh, perché è stata la famosissima goccia di quel famosissimo vaso che mi ha spinta a riconsiderare tutta la mia vita e a chiedermi se ne valesse davvero la pena (lui, dico…) e senza questo connettore, forse il passaggio da me-zombie a me-felice sarebbe un po’ brusco. Ovviamente non è stata una goccia d’acqua limpida, ma di certo ha pulito via tutto lo sporco di tutte le denigrazioni subite dal mio parabrezza, facendomi intravedere la vita che avrei potuto avere felicemente senza lui. Quando questo mio ex ha deciso che aveva abbastanza potere su di me non si è accontentato, ma ha cominciato ad esercitarne altro in diversa maniera. È diventato più manesco e brusco nelle azioni, cosa che magari fatta tra amici grandi e grossi come lui non avrebbe portato a nulla di che, ma esercitata su uno scricciolo com’ero non risultava di certo in amorevoli carezze.
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Non sono serviti molti spintoni e altre manifestazioni di presunta “superiorità” a farmi aprire gli occhi. Banalmente la svolta è arrivata quando nella mia vita è entrato un altro ragazzo (non di certo il principe azzurro – difatti non stiamo più insieme – ma in quel momento era un bel passo avanti), conosciuto all’università che mi ha fatto vedere come si potesse vivere senza il terrore continuo addosso di aver fatto qualcosa di sbagliato. Grazie a lui ho saputo mettere fine a questa relazione in declino: dopo 4 anni di tutto ciò, mi ha “salvata”, insieme al mio anno di Erasmus. Ho raccolto le forze e il coraggio per staccarmi da lui, per lasciarlo definitivamente nel suo brodo, augurandogli solo di non trovare mai più una persona che lo accontenti in tutto, come avevo fatto io. Ho comprato qualche maglia colorata e ho ricominciato a frequentare i miei amici, quelli veri (unica condizione per “rientrare” nel gruppo: basta nero). In Erasmus ho imparato a vivere da sola, a pensare con la mia testa, a dare voce ai miei pensieri senza la paura di essere giudicata. Ho imparato a dire “no” quando serviva e “sì” anche se mi spaventava. Ho imparato a guardarmi con occhi diversi, a vedere come i vestiti colorati mi stessero molto meglio, ho messo su qualche chilo (ho trovato poi un ragazzo al quale la mia pancetta piace e anzi, la definisce addirittura sexy!) e grazie anche ad Anna sono riuscita a capire quale fosse la forma del mio corpo e come vestirmi al meglio. Non sono assolutamente perfetta, e la mia trasformazione è ancora in atto, ma finalmente sono fiera di ciò che indosso e di come lo indosso, sono fiera di chi sono e quando mi guardo allo specchio vedo finalmente una ragazza che mi piace.
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