Chi: Stefania, sceneggiatrice, editor e mamma a tempo pieno
Segni particolari: grassa
Nemici: chi una volta ha messo un cuscino sotto il maglione e il nastro di una musicassetta in testa per imitarmi (avevo i capelli ricci e lunghi)
Amici: chi mi usa come esempio positivo e chi lascia gli altri liberi di vivere la propria vita come vogliono
Forma: mela a 8, tg 54/56 (per Asos 52 🙂 ), circa 100 kg per 1,75 di altezza
Odio: chi mi compatisce per il mio peso perché è troppo limitato per capire che io ci convivo bene
Amo: i miei capelli cortissimi e il fatto di essere proporzionata
Amerei: non avere una pancia così grossa e in fuori, visto che fino a qualche anno fa non l’avevo (aveva forse ragione la nonna quando, dopo il parto, mi ha detto che avrei dovuto portare la panciera almeno due anni nonostante fosse insopportabile?)
Sapete quanta paura c’è nel dire, talvolta nel solo pensare: “io sono grassa”?
Se siete grassi, lo sapete. Se non lo siete, non ne avete idea.
E’ una sorta di vergogna, di imbarazzo, di pudore. Quasi che i chili di troppo non siano tanto un problema per voi (magari non un problema ma una consapevolezza e basta), quanto fastidio negli occhi degli altri.
E’ un senso di inadeguatezza che dipende non solo dalla società di oggi che esalta la magrezza mezza bellezza ma soprattutto dal superego del genere umano che giudica gli altri per ogni loro “diversità”: che sia di peso, che sia di sesso, che sia di razza, il pregiudizio è quello.
Io comunque so quanto è difficile dirlo ed ammetterlo. Sono passata da una prima infanzia normopeso ad una seconda infanzia da obesa. E’ successo tutto un’estate in cui mi sono data alla pazza gioia con i dolci. Presumo comunque che fosse una cosa latente, sennò non sarebbe scoppiata tutta di un colpo per ottenere residenza a vita nella mia vita.
Una volta una bambina che non mi poteva soffrire mi ha appellata “chiatta goffa”. So che adesso state provando tenerezza per la me piccola, la provo anche io. Perché quella cosa mi ferì e più di tutto però mi ferì quanto si fossero sentiti offesi i miei parenti. Perché adesso mi fa ridere il ricordo di quella bimbetta presuntuosa che a circa otto anni aveva già la scaltrezza e la cattiveria di capire dove doveva colpire per fare male. Oggi a farmi pena è lei.
A scuola di sfottò ne ho presi pochi, e quasi tutti affettuosi. Del resto sono sempre stata molto popolare per il mio carattere deciso, per la mia forza di volontà e per la mia grande capacità di infondere coraggio e sicurezza negli altri. Quindi mi hanno amata quasi tutti, sempre.
Quei pochi però, me li ricordo tutti. E guai a dimenticarli: sono la mia cartina tornasole di oggi.
Oggi che il mio peso non mi pesa più.
Badate, io non sto dicendo che grasso è bello. Trovo triste chi lo dice. Trovo triste chi per giustificare a se stesso una sua “particolarità” la esalta neanche fosse un vanto.
Sto solo dicendo che io sono grassa e mi sento bella lo stesso. Che è molto diverso.
L’ho scoperto quando intorno ai vent’anni, dopo una dieta ferrea e assolutamente incontrollata con la quale ho perso quasi venti chili, della mia autorità avevo perso tutto. Quasi che i chili sciogliendosi avessero portato via la personalità che ci viveva insieme ormai da sempre.
Mi guardavo allo specchio e mi vedevo enorme, ma non lo ero. Eppure prima, quando tutti mi dicevano o mi facevano capire che lo ero, non mi vedevo poi così esagerata.
Uscivo poco di casa e mi dava fastidio l’idea di avere a che fare con la gente. Fosse pure l’edicolante a cui chiedere una rivista. Oltre a questo poi, c’era un reale problema fisico: il dimagrimento aveva provocato la sporgenza della parte finale della schiena, una sorta di coda appuntita che mi impediva di sedermi normalmente perché non c’era più grasso a fare da morbido cuscinetto.
E poi le ossa sotto al collo che sporgevano in fuori, così strane. Non che fossi anoressica eh, ma ho delle ossa molto grandi e dunque si notavano parecchio.
Ci ho messo del tempo a capire la verità, e cioè che qualunque difficoltà, qualunque problema avessi avuto fino ad allora, non era stato per colpa del peso. Ma del mio temere gli altri e quello che loro potevano vedere in me. (Poi, concedetemelo, se sei circondato da imbecilli patentati, allora è anche colpa loro.)
I chili persi li ho ripresi tutti, con l’aggiunta di altri. Sono stata sciocca a cascarci, ma forse è dipeso anche dalla dieta irregolare che non poteva finire diversamente.
Ho provato qualche altra volta a dimagrire e qualcosina ho perso anche, ma non è mai durata. Ci sono riuscita, udite udite!, solo in gravidanza, quando un mio ulteriore incremento di peso poteva diventare pericoloso per mia figlia. Quando sono tornata a casa dopo il parto ero più magra di prima che restassi incinta. Incredibile. Ma anche quello, che ve lo dico a fare? non è durato molto.
L’unica cosa era farsi seguire da un nutrizionista, fare attività fisica (cosa che per la mia pigrizia è molto difficile per quanto io poi non stia mai ferma durante il giorno nemmeno per sbaglio).
Ma la verità, sapete qual è? Che io non lo voglio fare. Che io sto bene così. Che mi piaccio così. E che piaccio anche agli altri, così.
Certo, ci sono ancora quelli che non ci credono che possa essere vero e mi sorridono indulgenti quasi a perdonarmi per la mia menzogna. Quelli, io li odio. Li odio.
Odio chi si sente in imbarazzo quando dico la parola ”grasso”. Embè, grasso, grasso, grasso! Odio chi, solo perché sei grasso, si permette di giudicare tutto quello che metti perché questo è attillato e questo ti ingrossa.
Sarà che io giudico difficilmente gli altri, non è proprio nella mia natura. Gli unici che critico apertamente sono quelli che si lamentano perché non si piacciono: beh, se non ti piaci fai qualcosa per cambiare! Ma se ti piaci tu, piaci anche a me.
Odio chi non ci crede che nonostante il peso a livello di salute stai benissimo, che hai un fiato lungo e sei anche parecchio agile per fare cose quali saltare, nuotare tanto, arrampicarti e via così.
Odio chi crede che chiunque al mondo sia magro abbia più possibilità di te. Credetemi, non è così.
Io lavoro nel mondo dello spettacolo, sono una sceneggiatrice. Quando mi iscrissi al collocamento dedicato, il tizio allo sportello mi fece una battutina del tipo “ok, ma se vuoi fare l’attrice devi dimagrire”. Gli dissi di non azzardarsi più a prendersi certe confidenze ma purtroppo non gli dissi che io non volevo fare l’attrice: io dovevo scrivere quello che le attrici avrebbero detto.
A distanza di parecchi anni, io sono certa di una cosa: se non fossi stata grassa non avrei avuto tutte le opportunità di lavoro che poi ho avuto. Forse non ci crederete, ma è proprio così. Non avrei fatto una “carriera” così veloce (seppur dopo anni di gavetta, è chiaro). Non lo avrei fatto perché le persone non si sarebbero fidate così a pelle di me e non mi avrebbero permesso di imparare e “rubare” così tanto da loro come invece è accaduto durante il mo stage formativo che poi mi ha fatta assumere. Ne ho viste di colleghe belle, brave ed appariscenti non riuscire ad emergere o a farsi notare professionalmente: gli uomini, nel vederle, pensavano ad una cosa sola; le altre donne le guardavano come se avessero in fronte la scritta “pericolo” e le tenevano alla larga, o addirittura le screditavano agli occhi di tutti.
A me no. Io ero rassicurante. Io non facevo paura. E alla lunga è stato un gran bene.
Oggi sto trovando un mio stile ed ho scoperto un grande amore per la moda, cosa che ai più scettici rende perplessi visti i miei circa 100 chili. Ma che volete? Saranno i 175 cm di altezza, saranno le ossa grandi, sarà l’abitudine, ma io mi vedo proporzionata. Mastodontica, ma proporzionata. E mi piaccio assai.
Certo, non è tutto rosa e fiori. Vorrei tanto poter mettere la cinta sotto il seno ma non ho un punto vita da marcare bensì una pancia bella grossa che risalterebbe di più. (Ma alla prossima gravidanza lo faccio, lo giuro!)
Ascolto i consigli degli esperti ma poi faccio di testa mia. Per esempio, da mela a 8, pur avendo un grosso seno ed una grossa pancia mi piace come mi stanno gli abiti che Anna consiglia alle mele con poco seno e poca pancia. (Che poi, riflettendoci, è lo stesso: poco=poco, tanto=tanto. La proporzione è la stessa, per questo mi piaceranno?)E poi adoro le tuniche con sotto i leggins. So che non dovrei osare ma le amo perché cadono dritte dal seno e la mia pancia non si nota!
Chiudo con una nota invece tragicomica: quando qualcuno guarda le foto di prima di quella dieta assurda, mi definisce “magra” (rispetto ad oggi!). Ma per quel qualcuno all’epoca ero “grassa”. Questo per dire che sono i nostri occhi quelli che contano e che, se la salute non è a rischio, bisogna imparare a fregarsene degli altri.
Io, per la cronaca, ancora non ci riesco: quando mi accorgo che qualcuno mi sta guardando ma non vede me, bensì vede solo una persona grassa, mi viene voglia di ucciderlo.
No, non è vero: non è solo con i vostri occhi che vi dovete guardare. Io mi guardo da 13 anni con gli occhi del mio fidanzato/ora marito e in quegli occhi mi vedo così bella, così femminile, così seducente da sentirmi felice solo a pensarlo.