Dato che questo è quello che il libro si presta a fare, vi citerò i One Hundred che io e Nina abbiamo in comune:
Abito da sera: Nina consiglia di non comprare l’abito solo quando si ha l’occasione per indossarlo, perchè ci si ritroverà costrette a scegliere quello che c’è. Consiglio che per me è facile seguire dato che comprerei solo abiti.
Ballerine: “La cosa migliore è tenerne un paio in borsa, perchè ogni donna di classe sa che quando cala il sole il tacco sale ma, alla fine ogni cosa tende verso il basso” sappiate che non è neccessario comprare quelle apposta per farlo, un sacchetto di stoffa e un modello molto piatto basteranno.
Bebè/Mary Jane: le cerco, le carco, ma ancora non le ho trovate.
Baincheria intima: hanno inventato slip senza cuciture e intimo color carne perchè se si vede sotto al vestito la nostra mise sarà rovinata.
Bikini: non condivido che debba essere microscopico, ma che gli specchi dei camerini sono sempre molto crudeli sì.
Blazer: Io scelgo solo i modelli corti per poterli abbinare a abitini svasati nella mezza stagione.
Cappello da uomo: come me Nina sostiene che sia un capo utile per farsi notare ed è necessario scegliere quello che ci fa sentire a vostro agio
Cappotto di cammello: non ce l’ho, ma lo vorrei, soprattutto dopo aver scoperto che il color cammello mi dona così tanto.
Clutch: fino a pochi giorni fa non sapevo a cosa servisse, io fan delle maxi bag, ma poi ho capito, resta nella maxi bag di modo che quando esci dall’ufficio e ti presenti a una festa ti basta infilarci cellulare e chiavi e lasciare il resto in macchina.
Collana di perle: Io adoro le perle ma mi ha sempre bloccato la loro facilità a trasformare un look da classico a vecchia zia, l’autrice infatti ammonisce “dovete essere creative e non passare per spocchiose, che siano vere o finte, non importa, ciò che conta è che non vi facciano mai sembrare altezzose” e consiglia quindi di non indossarle come un gioioello prezioso.
Collana fantasia: dato che d’inverno il mio abbigliamento diventa semplice e prudente cerco smepre di non cadere nella banalità aggiungendo una collana, abbastanza lunga da dare vita al maglione, ma abbastanza corta da non battere sulla scrivania.
Collant coprenti neri: Se c’è un capo che assolutamente fa parte dei miei One Hundred è questo, oltre ad “allungare, snellire e slanciare la gamba” infatti, mi permettono di indossare le mie adorate gonne per tutto l’anno e non potrei essere loro più grata.
Havaianas: non potrei essere più d’accordo sul “sono morbide come il burro”, ci ho camminato così a lungo in USA che un pezzo d’asfalto si è fuso con loro.
iPod: quante volte quella musica nelle orecchie mi ha salvato e lo fa tutt’ora!
It bag: se tutto il libro è disseminato di capi costosi, l’autrice ci mette un minimo in guardia dicendo che ci sono pochissime It bag per cui vale la pena spendere un intero stipendio, io alla Chanel 2.55, la Speedy LV, la Jackie O e la Birkin aggiungerei la Kelly, e ho appena scoperto che la nonna del mio fidanzato ne conserva una ancora impacchettata che avrà almeno 40 anni.
Jeans: loro sono il mio nemico numero due, e non posso che concordare con “scegliete il modello che vi sta meglio e non cambiatelo mai più”, peccato che qui trovare il modello che ci dona quando è fuori moda sia quasi impossibile.
Maglia alla marinara: ne conservo una rosa e bianca di mia mamma, e un maglione bianco e rosso di Petit Bateau, sono perfette quelle riche orizzontali per ampliare il mio torace.
Magliocino in cachemire: una freddolosa come me non può non amare questo costosissimo filato, ma il migliore che ho mai accarezzato è il maglione bianco che il mio fidanzato ha ereditato dal nonno, uno dei pochi motivi per cui amo l’inverno.
Maglione a trecce: amo i maglioni a trecce, ma hanno la brutta abitudine di essere sempre oversize, quindi se ne trovate uno aderente, in lana e che non costi una follia segnalatemelo.
Pantaloni a palazzo: loro mi hanno salvato quando ho smesso di portare i jeans, ma hanno un difetto, se non si è alti rischiano di accorciare notevolmente le gambe e sono con certi stivaletti stanno bene.
Push-up: non so quante donne poco prosperose possano farne a meno, recentemente ho scoperto anche il modello a balconcino, ma ricordo ancora la sicurezza che mi ha dato il primo push-up acquistato.
Stivali: sono loro che accompagnano le mie gonne nelle giornate invernali, procurarmi i modelli che contengano il mio polpaccio non è semplice, per questo motivo investo un poco di più.
Stivali in gomma: i miei sono della Tretorn, e non Hunter che invece si è messa a fare modelli troppo slim fit. Sono talmente rosa che quando li indosso mi sento “la ragazza con gli stivali rosa” come Becky in I love shopping con la sua sciarpa verde.
T-shirt bianca: la mia però è n po’ diversa da quelle che ama Nina, infatti ha lo scollo a barchetta, ma è così difficile da trovare che spesso indosso quelle con lo scollo ampio al contrario.
Trench: non l’ho mai amato finchè non ho trovato quello che fa per me, e che accompagna i miei viaggi in bus affollati, perfetto quando in ufficio fa più freddo che fuori ed è necessario un maglione pesante sotto a una giacca leggera.
Tubino bianco e nero: l’equazione little dress=tubino ancora mi sfugge, e infatti il mio armadio è pieno di abitini neri o bianchi che enfatizzano la mia vita e si appoggiano sui miei fianchi senza stringere.
Come era prevedibile condivido solo il 26% dell’armadio di Nina Garcia, non so se consigliarvi l’acquisto del libro ma consiglio a tutte di scrivere il libro sui propri “One Hundred”, in fondo è a voi che serve, cosa di importa dei capi preferiti altrui?
Le bellissime immagini sono di Ruben Toledo