Da poco meno di un mese mi sono messa a dieta e sono a dieta in un modo molto diverso da tutte le altre volte. Per la prima volta do la priorità alla dieta, invece che a tutte le mie altre sensazioni legate al cibo. Non voglio parlarvi di cosa mangio e perché non penso che sia pertinente dato che non fa parte del mio lavoro, vorrei invece approfondire con voi una cosa che ho scoperto a causa di questa dieta.
Io ho fame, non sempre ma spesso. Ho bisogno di vedere il mio piatto bello pieno, quando esco a cena scelgo sempre qualcosa che pur non facendomi ingrassare sia abbastanza, per me saltare un pasto è inconcepibile (credo sia capitato solo due volte in vita mia) e la mia vita ruota intorno ai pasti. Sia chiaro, non sono mai stata una che mangia tanto, a casa mia solo a Natale si mangia primo secondo e contorno e quando sono fuori mi sono sempre trattenuta, temendo di venir criticata se mostravo quanta fame avevo. Per la prima volta mi è difficile spiegarvi per iscritto cosa intendo, anche se ne abbiamo già discusso su instagram e Facebook ancora non sono arrivata al punto, forse perché non c’è un punto solo, ma più di uno.
Il punto non è tanto quanta fame si ha o quanto è ampio il proprio stomaco, ma più che altro quanto si pensa al cibo. Io penso al cibo sempre, per me il cibo è un priorità, mangio se sono stanca perché credo che così avrò più forze, mangio se ho mal di testa perché masticando si attenua, e mangio se ho bisogno di un contentino. Gran parte del resto del tempo penso al cibo, penso a cosa mangerò stasera, al fatto che vorrei addentare una gocciola ma non posso perché sono a dieta e al pandoro che ancora aspetta di essere finito ma io non posso e nemmeno Harlock.
E così mi sono resa conto di una cosa, tanto anni fa scrissi un post che si intitolava: “Mangio un sacco e resto magra” vi dicevo che le persone che mangiano tanto, quanto vogliono, e non ingrassano non esistono, stanno mentendo per farvi sentire delle sfigate. L’articolo ha suscitato non poca polemica (che al momento non riuscite a leggere dai commenti perché li stiamo ancora importando) e solo ora mi rendo conto del mio errore. Il concetto di “tanto” e di “quanto voglio” è relativo.
Se io fossi una che si dimentica di pranzare perché sta leggendo un buon libro o che si sazia con uno yogurt e odia i dolci potrei tranquillamente dire in tutta onestà che anche se mangio quanto voglio e quello che mi pare e non ingrasso mai. Il problema sta tutto lì, nel tuo rapporto con il cibo che può essere o sembrare sano quanto quello degli altri ma la tua fame è relativa. Relativa alla tua età, al momento in cui sei, al ciclo, allo stress al lavoro e a mille altri fattori che sono forse da ricercare nell’educazione che hai ricevuto all’asilo o sul fatto che tuo nonno da bambino aveva patito la fame.
Ma ora, che so che non sono solo nata con un metabolismo un po’ lento ma con la fame negli occhi più che nello stomaco cosa posso fare? Beh io sono una grande sostenitrice del fatto che conoscere il problema mette già sulla strada verso la soluzione e quindi ecco la soluzione che sto adottando.
Già sapere che quando il mio cervello mi chiede del cibo non è perché ne ho davvero bisogno mi aiuta a bloccarlo, e rendermi conto che non fatico a dimagrire per qualche incommensurabile sfortuna ma che penso troppo al cibo mi suggerisce che devo inventare dei modi per distrarmi.
La soluzione non l’ho ancora trovata, e sarò sempre quella che mentre guarda un film e vede i due protagonisti litigare e abbandonare al ristorante la cena intatta pensa: “Ma come, e quel cibo lì chi lo mangia? Non potevate litigare dopo?” Però sono sulla buona strada.
E voi che rapporto avete con il cibo? Vi sembra di avere più o meno fame di chi vi sta intorno e soprattutto che soluzioni avete trovato per limitarvi quando necessario?