Che i messaggi che ci arrivano dall’esterno sul nostro corpo siano contrastanti l’abbiamo già appurato. Devi piacerti cosi come sei, ma ti tappezzo la città di donne finte e perfette, devi essere una brava mamma che sacrifica tutto il suo tempo libero, però in spiaggia con quelle gambe da elefante sei un’offesa al buon gusto (grazie anonimo codardo per avermi fornito la citazione), devi restare in ufficio fino alle 10 per fare bella figura, ma non farti trovare con i capelli in disordine.
È difficile amarsi in questa atmosfera, ma abbiamo imparato a difenderci.
Guardiamo i cartelloni e ci ripetiamo che quella non è una donna vera e lo insegniamo alle nostre figlie, e figli. Compriamo la crema anti cellulite ma poi la lasciamo sul mobiletto del bagno, perché in fondo anche le vicine di ombrellone hanno la cellulite. Abbiamo lo shampoo secco in ufficio che non si sa mai che la riunione sia fissata all’ultimo momento.
Quando però ci parlano del nostro peso siamo inermi, restiamo lì a subire la persona che ci critica senza sapere cosa dire, troppo stupite, spiazzate. Ci sentiamo in colpa. Sì, è vero il mio sedere fa proprio schifo, potrei… Sì questa pancia devo proprio buttarla giù e se provassi a mangiare solo frullati?
Perché criticare il peso di un’altra persona non si fa, è come chiedere a una che a 32 anni va ai matrimoni di tutte le amiche senza fidanzato: “E tu, quello giusto, quando lo trovi?” o che lavora in un asilo nido è sposata da 5 anni e non ha ancora figli: “Ma perché non te ne fai uno tuo invece di badare a quelli degli altri?”
La risposta più giusta non c’è ma assomiglia a:”E tu, perché non vai a fare stile libero nella vasca degli squali?”
Campbell boxing report |
Ci sono degli argomenti delicati su cui la gente si sente in diritto di parlare pur non sapendo le vicende che si nascondono dietro. Il peso è uno di questi.
Se poi a criticare la nostra forma fisica è un medico, peggio ancora se non un dietologo, crediamo che la sua sia un’affermazione che dipende esclusivamente dalla salute e ci sentiamo doppiamente in colpa. Un medico che suggerisce di perdere 10 kg a una ragazza taglia 44 per motivi di salute? A volte i medici fanno affermazioni senza pensarci, affermazioni discorsive e non si rendono conto che saranno intese come consigli medici, quando in realtà hanno la stessa valenza dei commenti della vicina di casa.
Da questi e da tutti gli attacchi al nostro peso dobbiamo imparare a difenderci, con cortesia e con incisività. E soprattutto non dobbiamo sentirci in colpa.
Il mio consiglio è restare impassibili estremamente gentili e metterla sul lato tecnico. Vi assicuro che appena iniziate a parlare di indice di massa corporea le persone iniziano a guardarvi con occhio perso, ma voi avete studiato (l’articolo per rinfrescarvi le idee) e usatelo come arma, meglio ancora se lo chiamate BMI o Body Mass Index, il suo vero nome. Citate il vostro BMI commentandolo, se sapete di essere normo peso va bene anche solo: “Veramente il mio BMI è nella norma, il tuo quant’è?” offritevi di calcolarlo. Se invece sapete di essere un po’ sovrappeso, ma ci state bene così o non vi sembra proprio il caso di discuterne con la persona in questione: “È vero il mio BMI è alto, ma si sa che è un indice solo statistico che non tiene conto della pesantezza dell’ossatura!”. Potete anche commentare la vostra corporatura con un: “Eh hai ragione, sai ingrasso tutto nelle cosce, pensa che fortuna mi basta un abito anni 50 e sembro una taglia 40.”
Se invece la persona che sta commentando il vostro peso è un medico, meglio buttarla sul tecnico fingendo molta ingenuità: “Davvero dottore dovrei perdere 10 kg? ma cosi facendo il mio BMI arriverebbe a 19 che è quasi sotto peso. Ma probabilmente lei ha già considerato la mia ossatura e la mia massa grassa, pensa che abbia un’ossatura leggera? In che malattie potrei incorrere se restassi a questo peso cioè con un IMC a 23?” e se è un uomo: “Il fatto che io abbia tanto/poco seno come influisce sul mio peso consigliato per mantenere la salute?”
Trinity boxing |
Vedrete tante persone ritirarsi, rincantucciarsi e rimangiarsi le parole, perché molto probabilmente, medici o non, hanno fatto un commento estemporaneo e quasi sicuramente non hanno valutato nient’altro che il vostro aspetto a colpo d’occhio o il numero di chili che vi identifica. Nel caso in cui la persona in questione insista potete continuare a chiederle spiegazioni se vi interessa il suo parere professionale, o tapparle la bocca con un muffin al cioccolato se non vi interessa. In assenza di muffin, distraetela con un: “Quando hai comprato questo vestito? Peccato che nonostante tu sia così magra non sia il modello adatto a te!” In fondo è legittima difesa.
Ovviamente se chi critica il vostro peso è un maschio e non lo fa dal punto di vista professionale, siete pregate di correggere il muffin con il gutalax…