Ho dovuto puntare la sveglia alle 6:20, perchè sono finiti i bei tempi del liceo in cui tra lavarmi e fare colazione mi bastavano 20 minuti per essere pronta, ora c’è lo yoga, la doccia (di cui posso saltare lo step di asciugatura capelli), il trucco, la colazione con tè e cialde di mais (che si mangiano più lentamente dei biscotti), e la scelta di vestiti e bijoux. Un’ora in tutto. Così alle 7:15 ero alla fermata dell’autobus, grazie al fatto che avevo già deciso il vestito la sera prima e compilato la borsa come un tetris.
Foto di Iaia |
Non sapevamo cosa aspettarci e non sapevamo cosa fare e ci siamo guardate intorno stupite della bella collocazione dell’evento, il legno a vista del tetto, con le catene in acciaio dalle quali pendevano tulipani di casta velina. Abbiamo girato tra un-conference e sbirciato l’interessantissimo workshop di scrittura creativa che aveva organizzato Irene, quasi senza voce. Ci siamo divertite tantissimo a decorare le immagini delle bottiglie di SodaStream, con vinavil pietre brillantini e stelline, armate di colla calda.
Foto di Iaia |
Finalmente io e Ilenia di Longuette siamo riuscite a vederci di persona, dopo esserci quasi sfiorate l’anno scorso quando è venuta in liguria. E di chiacchierare a lungo con Irene Di Natale a pranzo che è stata così dolce da lasciarmi una bellissima bustina della Boots con il suo biglietto da visita, perfetta per conservare il carica batterie dell’iPhone in borsa.
Con Irene Foto di Iaia |
Ho avuto anche l’occasione di rinnovare di persona a Demetra i miei complimenti per il suo libro Pigchic, che come vi avevo già scritto, mi ha colpito anche per il personaggio del fidanzato ingegnere che ci ricorda che le storie non sono fiabe con il brincipe azzurro, ma condivisioni di quotidianità con un fan dell’informatica un po’ burbero.
con Greta e Alessia di Moda da bere e Iaia. Foto di Ylenia |
Poco dopo le 16, io e iaia eravamo decisamente stremate, così abbiamo salutato chi abbiamo incontrato e ci siamo lanciate (previo cambio di décolleté in ballerine) verso la stazione per prendere il treno delle 17:05. Di corsa abbiamo fatto il biglietto alle macchinette, ci siamo lanciate verso il binario 18 (avete mai notato che i treni per Genova sono i più lontani? o succede solo quando si è in ritardo) e ci siamo sedute n due posti liberi dato che le carrozze non erano numerate. Dopo poco Iaia guarda fuori dal finestrino e dice: “Perchè quei ragazzi chiedevano il treno per Genova e stanno salendo su quello di fronte?” Io chiedo alla vicina: “Questo è il treno per Genova?” “No è per Livorno” “Beh se è per Livorno passa anche da Genova!” “Mah è il reagionale…” Siamo saltate giù dal treno urlando grazie e saltate su quello di fronte dove un ragazzo ci ha recuperate e rincuorate di essere sul treno giusto, mentre il capotreno sul binario si rifiutava di confermarci alcunché.
Ci siamo abbandonate in uno scompartimento vuoto e ci sono venute tante idee e progetti per il futuro, un po’ delirando per la stanchezza e il poco sonno e un po’ spronandoci a essere meno timide e a pensare più in grande. Sperando che ci saranno altre occasioni per avvenimenti del genere, magari di sabato per noi povere lavoratrici non milanesi, nel contempo cerchiamo di informarci sempre con il gruppo su facebook degli avvenimenti genovesi.