Chi: Sarah, lettrice “drogata” del blog di Anna, che quando non trova post va in crisi di astinenza. Lettrice assidua, commentatrice più che altro silenziosa
Segni particolari: alta, bionda, dimagrita di quasi 30 kg, in forma e realizzata
Nemici: chiunque vada oltre il “Ma sei dimagrita, stai bene!”
Amici: chi si fa i fatti suoi, e non ha bisogno di malignare o invidiare le persone per come sono
Forma: triangolo invertito
Odio: un po’ il residuo di pancettina che mi è rimasta
Amo: la mia altezza, il mio essere slanciata
Critiche, critiche, critiche e invidia. Senso di inadeguatezza forever?
Sul fatto di essere magre, grasse o in forma se ne sono dette e scritte di tutti i colori (o di tutte le forme?). Così come sull’importanza di sentirsi bene con sé stesse, di accettarsi per quello che si è, di cercare, se si riesce e se lo si vuole, di migliorarsi, non per forza in termini di peso o di “dimensioni”, di coccolarsi e volersi bene, per accettarsi e stare bene con noi stesse. Alla fine torniamo sempre lì, sembra un gioco che comunque, da qualsiasi punto lo si guardi, torna sempre al via, alla partenza, come nel Monopoli: volerci bene, accettarci.
A volte, anche quando ci riusciamo e abbiamo raggiunto un livello di consapevolezza tale per il quale sembra siamo forti, basta un nonnulla e torniamo fragili e delicate.
Ma perché poi dobbiamo farci condizionare dagli altri, dall’esterno (moda? fidanzati? società? pregiudizi? ecc.) per come siamo?
Io non ho una risposta giusta a questo quesito. Credo che non ce ne siano, o meglio, ci siano molte risposte che possono andare bene e ci vengono propinate e che ci propiniamo pure noi, a seconda di come e quanto siamo in vena e sincere con noi stesse. È tutta una questione d’autostima? È “solo” questo?
Mi ritrovo a dovermi giustificare, e adesso è una cosa che comincia ad innervosirmi, per non dire di peggio, parecchio, con chiunque per come sono. Grassa, o in sovrappeso, non andavo bene, magra neppure. Ma ho fatto una scelta e l’ho fatto per me stessa, per la mia salute, per il mio futuro. Essere in forma, non magri, grassi, in sovrappeso o in qualsiasi altro stato, significa stare bene con sé stessi in primis, ed è un investimento per il proprio futuro.
Forse prima di specificare meglio le diverse critiche, è meglio che faccia un passo indietro e vi dia qualche cenno “biografico” (come mi sento importante) su di me, o sul mio fisico. Una sorta di carta d’identità, insomma.
Io sono sempre stata “robusta”, “ha il fisico della nonna materna”, dicevano, certo mia nonna era un “donnone”, alta, forte, robusta – nel senso di proporzionata, alta, pesante, gran lavoratrice, tutta d’un pezzo – e soprattutto erano altri tempi, per cui dubito si sia mai fatta fisime per come era. E sono sempre stata pigra. Ti può succedere di tutto, ma la tua indole pigra ti resterà sempre, la puoi mascherare, puoi ignorarla, puoi anche in alcuni periodi della tua vita far finta che non sia così, ma la pigrizia è dura da “sconfiggere”. Questo per farvi capire che non sono mai stata un giunco. Non ero grassa, in sovrappeso, sì, però non sono mai stata un’acciughina. Sono alta, 175 cm, e già dall’adolescenza avevo un bel fisico sviluppato, con tanto seno. Il sovrappeso era, ed è sempre stato, anche nei periodi di massima espansione, mascherato e ben distribuito sull’altezza.
Non mi sono mai fatta fisime su di come fossi, anche perché fortunatamente all’epoca ci si guardava, forse un po’ di più dentro e si andava un pochino oltre l’apparenza. Non che sia così vecchia, ho quasi 32 anni, ma alla fine nell’ambiente in cui sono cresciuta, una cittadina di provincia, nelle scuole, e all’università dove sono andata certo, l’apparire aveva un suo perché, ma si andava anche oltre. Per fortuna. Forse è anche il modo in cui sono stata cresciuta, ho avuto una vita bella, ricca di amore, non mi è mai mancato nulla, però non avevo cose superflue, se volevo qualcosa di “speciale” lo ricevevo magari, ma per il compleanno o per Natale. Secondo la filosofia: non tutto subito perché va di moda. Mi ricordo che quando ero alle medie (anni 1992-1996) andavano di moda le Palladium , i bomber, e altro, sì, li avevo e li ho avuti, ma non immediatamente. Questa digressione per dire che sono stata cresciuta con un attenzione più alla sostanza che alla forma.
Ho trascorso un adolescenza serena, diciamo che le critiche ed il senso di inadeguatezza sono giunte dopo, con l’entrata nel mondo del lavoro, dove ahimè, anche se non si lavora nel mondo della moda, si bada più alla forma e non alla sostanza.
Per cui arriviamo ai giorni nostri. Ho scoperto Anna, il cui blog è come una droga, ho cominciato a riflettere sulle forme del corpo e ho scoperto d’essere un triangolo invertito. Ecco forse il fatto di essere “in carne” era dato anche dal grande ed abbondante seno (coppa D), sul quale non mi ero mai soffermata a riflettere in relazione alla forma del corpo.
Come dicevo prima, ho quasi 32 anni, e da circa 2 anni a questa parte ho fatto una dieta seria con una dietista e sotto controllo medico, facendo anche un po’ di moto. Con le diete ci avevo già provato negli anni, Ero arrivata a pesare 92 kg, e con 2 diete sono arrivata a 70/72. Ora, sia con la dietista che con controllo medico, sono partita da 85 e quando la dietista mi ha visto l’ultima volta a luglio ne pesavo 60.5. Ora oscillo tra i 58 e i 61, a dipendenza di ciò che mangio e del periodo.
Il cambiamento c’è stato, è evidente. Io sto benissimo, faccio sport (un po’), sono in salute, ho da poco fatto un check up completo che ha detto che sono sana come un pesce.
Devo ammettere che il mio essere “in carne” non mi ha mai dato particolari fastidi, ero “stabile” e forse è stata l’esperienza del dimagrimento attuale che ha messo in moto un senso di inadeguatezza che pregna tutto ciò che mi sta attorno. Chiariamo subito che io sto bene, non ho io una bassa autostima mia o mi sento male io. No, ne ho piene le scatole degli altri, purtroppo devo dirlo, sia gli sconosciuti, come pure i familiari, alcuni, che mi dicono cosa devo fare, come, e si permettono di giudicarti.
-“Mangia!”,
-“Ma non mangi abbastanza!”,
-“Guarda come sei dimagrita!” e fin qui ci potrebbe stare… “Ma adesso basta eh però!”, “È quasi troppo” in alternativa a “È troppo così”
-“Basta con quei biscottini, altrimenti la tua linea va a farsi benedire!” questa sentenza pronunciata nello stesso pomeriggio dopo che la mattina la stessa persona mi aveva detto la frase precedente. Tra l’altro il tutto è accaduto durante una pausa veloce con alcuni colleghi, di cui una in visita perché in congedo maternità con pupo annesso, che aveva portato dei biscotti fatti in casa a tutti i colleghi e al secondo biscottino avevo i genitori che vigilavano…
-“Eh ma se continui così diventi anoressica” prego??!! Ma sapete la differenza tra una malattia gravissima e un’essere in forma sana?!
-“Eh ma se anche tu ti metti quei pantaloni, è normale che ti dicano che sei troppo magra” coooooosssssaaaaaaaaaaaa???? Nota bene: avevo un paio di jeans skinny
Sono frasi che mi fanno letteralmente accapponare la pelle e andare il sangue al cervello ora. Una volta sorridevo e dicevo “Eh sì…” e poi facevo come volevo, ora vorrei solo trovare una battuta che zittisca chi ho davanti, senza offenderla per carità, ma facendole capire una volta per tutte che ha passato il limite.
Ecco. Inadeguatezza per farti dubitare di te stessa.
Critiche. Invidia. Ma di cosa poi?!
Che tristezza queste persone. Voi come reagireste? Avete esperienze simili?
Leggerei volentieri i vostri commenti!