Alessandra (Takiko) di Soffice Lavanda ci insegna tutto quello che sa sui rossetti, e sul diventare una Donna Rossetto.
Soffice Lavanda |
“La prima esperienza con un rossetto risale a quando andavo ancora alle elementari. Ovviamente non ci andavo a scuola, ma da buona figlia femmina e da buona figlia unica, la sera mi piaceva fare finta di essere una ragazza adulta fatta e finita, di ballare e cantare come una sorta di Lady Gaga ante litteram, magari vestita meglio. E il rossetto mi serviva per esprimere al meglio questa piccola illusione. Quando lo indossavo, mi sentivo inebriata, bellissima. Era una specie di simbolo: la donna mette il rossetto, un po’ come i tacchi alti. La bambina, quando sogna di essere adulta e di vivere una vita come vuole lei, ha bisogno di cose reali per immedesimarsi meglio, esattamente come gli attori.
Come tutto nella mia vita, anche l’amore per i rossetti ha seguito un percorso a onde. L’amore per le labbra colorate tornò al liceo, quando un giorno comprai un gloss viola scurissimo e coprente. Con la beata innocenza dei miei 16 anni, che il gloss sbavasse, sparisse, cadesse a pezzi, poco mi importava. Quando lo avevo addosso mi sentivo come quando dieci anni prima mettevo il primo rossetto rosa malva, inebriata e bellissima. Il resto contava poco.
Poi di nuovo tutto finì in un cassetto. Quando ricominciai a truccarmi seriamente qualche anno dopo, la riscoperta dei rossetti venne interrotta sul nascere da un problema fisico: il mio ragazzo di allora e la necessità di baciarlo senza drammi. Dopo quella storia promisi a me stessa che nessun uomo si sarebbe mai messo in mezzo tra me e il mio modo di vivere e concepire me stessa.
Takiko senza rossetto e con due rossetti categoria My Lips But Better |
Ma la verità era anche un’altra: la donna rossetto è fatta in un certo modo. Le labbra truccate, generalmente, spiccano di più e sono più sensuali di qualsiasi trucco occhi si possa fare. Soprattutto se non si sceglie un rosa carne, ma un rosso brillante.
La donna rossetto ne è consapevole, consciamente o inconsciamente. Sa che ci saranno più sguardi su di lei, sa che ci saranno complimenti e giudizi, sa che attirerà di più l’attenzione nel bene e nel male. Ma lei se ne frega. O forse è esattamente ciò che vuole.
E io non ero pronta ad essere una donna rossetto. Ero una donna smokey, una donna ombretto nero. Ma la donna rossetto mi faceva ancora paura.
La svolta è stata mentale soprattutto.
Molti pensano che lo stile, il modo di vestire… siano cose frivole. In realtà sono solo una parte del percorso di autoaccettazione e autoconsapevolezza. Quando smettiamo di seguire uno stile preconfezionato e ne creiamo uno nostro (anche quando sono pezzi di altri stili), è come se facessimo un piccolo balzo evolutivo personale, con tutti i rischi e le insicurezze che ci possono essere. E’ un momento fragile. E’ come se iniziassimo ad accettarci per come siamo, senza modifiche e senza filtri. E’ sentirsi liberi, senza “se” e senza “ma”.
Io ci ho messo tanto e avrei voluto arrivarci prima (e a volte mi sembra di non esserci arrivata ancora completamente) ma mi mancava la sicurezza, che a volte è l’unico ingrediente che conta davvero.
E allo stesso modo in cui ho smesso di avere paura nell’esporre gusti e pareri su qualsiasi cosa, un giorno ho iniziato a sentire i jeans e le magliette stretti. Ho iniziato a sentirmi meglio quando mettevo una gonna o ancora meglio un vestito. Mi sentivo bene quando ero colorata, quando ero a pois, quando ero quasi caricaturale nel mio seguire lo stile anni ’50, perché se c’è una cosa di me che so per certo è che io sono una specie di caricatura vivente e per conoscermi davvero e vedere la vera me servono almeno due anni passati al mio fianco, a cercare in mezzo alle auto-imitazioni sarcastiche e al narcisismo esasperato e finto. E sono così perché mi piace essere così, perché diverto me stessa e chi mi sta vicino (e a volte lo esaspero, ma so sempre farmi perdonare e chiedere scusa) e perché mi sento veramente me stessa.
E’ così che a un certo punto, i rossetti sono semplicemente andati a colmare un piccolo vuoto, come una specie di tessera di puzzle. Insieme al pizzo e ai pois e alle gonne a ruota.
Improvvisamente sceglievo che colore mettere sulle labbra a seconda dell’umore e il rosso era sempre lasciato alle giornate buone, quelle in cui il mondo brillava e io volevo brillare con lui. Improvvisamente, sceglievo come vestirmi a seconda del rossetto che volevo indossare. Improvvisamente, o forse no… forse non è successo davvero così in fretta. Ricordo solo che un giorno, guardandomi allo specchio senza niente sulle labbra, mi sentivo nuda. Senza mi sentivo come muta, senza un linguaggio mio, senza la possibilità di comunicare.
Senza, allo stesso tempo, non mi riconoscevo più o mi riconoscevo troppo. Di sicuro, quello che non vedevo era la Alessandra che mi piace di più. Quella colorata, quella felice anche per le minuzie come mangiare un croissant di mattina andando in biblioteca a studiare, quella che se mette la gonna è una bella giornata. Quella che quando mette un rossetto, si sente come la bambina di dieci anni inebriata che cantava chiusa in camera, solo che stavolta è davvero una ragazza fatta e finita. Alessandra la donna rossetto.
Tutte le donne, almeno un giorno alla settimana dovrebbero essere delle donne rossetto. Donne che se ne fregano di come il mondo ci chiama, ci definisce, ci giudica. In cui ci siamo solo noi e il nostro modo di essere. I nostri gusti e i nostri colori. C’è chi lo è a periodi, chi lo è a giorni alterni, c’è chi lo prende come un carattere distintivo della propria esistenza. A volte può risultare pesante, soprattutto nel lungo periodo e io stessa ogni tanto – come mi piace dire – sento il bisogno di essere “anonima”: metto i jeans e il burrocacao trasparente.
Ma ci sono giorni in cui essere una donna rossetto può fare la differenza, anche solo nell’autostima e nel modo di vedersi. Tutte le donne, almeno un giorno alla settimana, dovrebbero provarlo. Tutte le donne, almeno un giorno alla settimana dovrebbero essere delle donne rossetto.
Questa piccola guida a puntate che vi presento usando la storia della *donna rossetto* come espediente narrativo, sarà unicamente frutto della mia esperienza. Sono consigli che mi sento di darvi perché fanno parte di un patrimonio di conoscenze che sono comuni a chi si trucca le labbra da anni, ma che forse per chi non è così dentro all’argomento li conosce meno. Non serve una collezione enorme per essere donne rossetto. Serve un po’ di intuito, sapere come indossarli e volerlo fare sul serio. Può essere una sfida personale, un modo per ridefinire la vostra persona, un modo per infighettarvi…
Cercherò di spiegarvi che colori preferire, come indossarli, che precauzioni prendere, come sceglierli… Tutto quello che ho imparato e che penso possa essere utile a chi vuole iniziare a indossare i rossetti “in sicurezza.”