Ci sono tante cose che non mi piacciono dei mezzi di comunicazione, il fatto che usino il sesso (l’idea maschile del sesso) per vendere, ci creino insicurezze per farci acquistare cose che non ci servono, e che non si riesca mai ad avere trasparenza, onesta e molto spesso nemmeno competenza.
Chi non ha competenza scrive cose per sentito dire, e fa un bel pastone dei luoghi comuni che si trovano in giro. Oggi, tra tutte le cose che non mi piacciono voglio fare la guerra alla frase, al concetto del “può permetterselo”. Ne sono piene le riviste, i programmi TV, le chiacchiere al bar, frasi inutili come “eh so quella gonna gialla da proprio nell’occhio ma lei ha belle gambe quindi può permetterselo” o al contrario “quel maglione rosso è tropo fasciante e lei ha la pancia non può permettersi un capo così attillato”
Come una linea immaginaria che distingue chi può e chi non può, chi è degno e chi no. Non si tratta, badate bene, di sottolineare cosa doni o meno, le parole sono importanti “quella gonna gialla attira l’attenzione e con quelle gambe le dona molto” “il maglione rosso è un po’ fasciante, non mi sembra le doni”. In questo caso io sto solo esprimendo la mia opinione, positiva o negativa, e non sottolineo che la seconda donna non dovrebbe uscire di casa così conciata ma solo che ci sono capi che le starebbero meglio.
Se io invece sottolineo che non può permetterselo intendo che non dovrebbe proprio farlo, che non ne è all’altezza e che per quel capo ci vuole qualcuno di meglio, di più atletico di più slanciato e con addominali scolpiti. Sottolineo che quel maglione aderente rosso ha bisogno di un corpo più tonico e che la persona in questione non ha passato la selezione, non si è sforzata abbastanza di avere la pancia piatta per poter così passare la selezione e potersi permettere di indossarlo.
Non per niente la frase “non posso permettermelo” è associata al denaro o al successo, “non posso permettermi di prendere ferie, ho troppi arretrati” “non posso permettermi un guasto alla macchina non ho risparmi” non sono abbastanza, non ho fatto abbastanza e quindi non me lo merito.
Il punto in realtà è molto semplice, e va al di là del modo ossessivo con cui giudichiamo gli altri e noi stessi: ci saranno sempre abiti che ci donano di più o di meno, e ci saranno anche persone a cui qualche capo starà meglio che a noi. Ma la vita non ha una selezione all’ingresso per cui solo se sei magro o figo o “abbastanza” puoi indossare un capo altrimenti no.
Puoi indossarlo lo stesso, puoi indossarlo comunque, ti stará peggio che ad altri pazienza, meglio che non indossarlo affatto, meglio che rinunciare alle gonne perchè non ci si può permettere di mostrare le ginocchia, o vestirsi solo di nero perché essendo ingrassata non ci si può permettere di attirare l’attenzione, o ancora smettere di andare al mare perché con quella pancia non ci si può certo permettere il bikini.
I vestiti servono a valorizzarci, ma soprattutto servono a vivere la vita che vogliamo, non devono essere visti come uno strumento per auto-giudicarci e punirci, perché il buon gusto, non esiste, esiste solo quello che noi siamo abituati a vedere. Come vi dico da anni, le persone vengono prima dei vestiti.