Settembre è sempre un mese intenso, a me piace perché piano di promesse e di progetti e quest’anno c’è anche il mio nuovo libro la Ricetta per Amare se stessi, ma è anche sempre un punto di svolta e di bilanci, probabilmente perché arriva il mio compleanno e quindi nella mia testa si instaurano anche ansie che non hanno molto a che fare con me solitamente.
L’ansia si sa è contagiosa, sei ansioso per un problema reale e di cui hai tutte le ragioni per esserlo e poi ti ritrovi sveglio alle 3 di notte pensando se il vecchio congelatore nella casa nuova stia funzionando o ti si stiano scongelato le patate di picard. Se aggiungiamo a questo mio stato d’animo per nulla rilassato post ferie il rientro al lavoro con le difficoltà che comporta si può immagine che le mie occhiaie siano particolarmente profonde.
Ma mentre mi apprestavo a rimettermi nell’ottica lavorativa, cercando la motivazione dietro alle nuvole mi è arrivata invece dalla time line di Facebook.
Alla fine di luglio la ditta OneLogin ha prodotto dei poste di reclutamento chiedendo agli ingegneri della ditta stessa di prestarsi per uana foto.
Uno dei cartelloni ha subito suscitato proteste e ogni tipo di commento offensivo. Tutti sostenevano che la ragazza fosse una modella e non un’ingegnera perché non aveva l’astetto di un ingegnere. Perché lo stereotipo dell’ingegnere è molto radicato e quello dell’ingegnere donna lo è ancora di più. Io stessa che ho frequentato questa università e ho visto vari tipi di ingegneri donna mi consideravo comunque un’ingegnera abbastanza atipica.
E più che atipica mi sentivo sola. Lavorare in un ambiente maschile non è certo semplice, le battutine sono sempre presenti e i vari “signorina” o peggio la trascuratezza con cui ti trattano lo sono ancora di più. Le persone non sanno inquadrarti, non sanno come interagire con te nemmeno fossi un panda o un drago a tre teste. Alcuni pensano che tu sia la segretaria, o l’assistente non laureata dato che sei carina, altri sono semplicemente offesi dal fatto che tu esista e magari abbia un ruolo che ti obbliga a dar loro direttive.
Così mi sentivo sola, ma oggi non mi ci sento più. Perché questa ragazza, la presunta modella del cartellone, non è affatto una modella, è un ingegnere. E dato che lo è ha deciso di rispondere forte e chiaro dicendo “i look like an engineer”.
E oltre a lei hanno risposto in tante, tante donne che sono delle ingegnere, sono alte, basse, magre e grasse, indossano l’abitino o la t-shirt, il tacco 12 o il mocassino, e hanno tutte l’aspetto degli ingegneri perché lo sono!
È stato bello vedere delle facce scorrere l’hashtag e perdersi in questi gruppi di ingegnere che lavorano in tutto il mondo. Ho voluto così aggiungere la mia faccia a quelle di quelle donne e invito anche le ingegnere che sono tra voi a farlo, in tante potremmo mettere in discussione lo stereotipo, perché come ho risposto a una lettrice pochi giorni fa: “Essere donna ed essere ingegnere è semplicissimo, già lo sei!”
