Io da ragazzina volevo imparare a giocare a pallavolo, non ero mai stata portata, l’ultima a venire scelta in squadra e mai chiamata a giocare in spiaggia. Non mi piaceva, non ne vedevo il senso e preferivo di gran lunga il calcio tra gli sport che coinvolgevano la palla, ma quello era un gioco da maschi e quindi i maschi no ti ci volevano.
A un certo punto appunto ho deciso che volevo imparare, l’ho deciso con convinzione e determinazione, a 15 anni mi sono iscritta a una scuola, e ci sono stata solo un mese. Due volte a settimana andavo alle 7 di sera in questa palestra fredda, mi cambiavo con ragazze mai viste prime e che non mi rivolgevano la parola, ogni giorno ce n’era una nuova e cercavo di legare con lei. Mi allenavo come una patata che rotola, lenta e goffa, ma almeno con gli addominali me la cavavo. Tornavo a casa alle nove e mezza e mangiavo latte e biscotti in cucina al buio con mia madre che osservava dubbiosa la mia determinazione. Non mi importava di essere la peggiore, volevo restare e imparare, sarei comunque migliorata se mi fossi allenata giusto? Così non la pensavano le allenatrici, che dovevano comporre tua terza squadra, e io ero di troppo.
Questo non mi ha fermato, al terzo anno di università ho deciso di iscrivermi al corso di pallavolo del Cus. Atmosfera più rilassata ma nessun vero insegnamento a parte rari casi, e alla fine ancora io non ho imparato.
Andando avanti ho capito che ci sono cose che non ha senso imparare e che le inclinazioni del nostro corpo vanno rispettate. Io non volevo imparare a giocare a pallavolo mi piaceva, persino in spiaggia preferisco nuotare o leggere piuttosto che giocare sul bagno asciuga. Volevo imparare per poter dire e mostrare che ero capace, per partito preso, per una sensazione di rivalsa.
Proprio quando volevo dimagrire per indossare shorts coi collant, parigine a righe, abiti dritti, che nemmeno mi piacevano, senza capire che il mio corpo è fatto diversamente, è fatto per gonne a ruota e abito anni 50, cardigan corti e pantaloni a zampa. Ma un tempo questo a me non andava bene, vivevo come un limite il fatto di non poter indossare tubini e non poter saltare per fare una schiacciata.
Ma anche no – volleyoc
A un certo punto ho capito che tutte abbiamo dei limiti, chi gioca bene a pallavolo non può fare due bracciate a nuoto senza sentirsi stanco, chi sta divinamente con un paio di parigine con una gonna a ruota sembra uno spaventapasseri.
Il mio corpo è fatto per nuotare, per sciare, per fare gli aquat e probabilmente anche per tirare calci. È fatto per le gonne a ruota e le magliette a barchetta.
Se indosserò un paio di skinny lo farò perché mi piacciono, non perché devo dimostrare qualcosa e se giocherò a tennis pur senza essere portata sarà solo perché mi diverto a farlo!
Ascoltate il vostro corpo, le sue inclinazioni, non forzatelo contro il vostro stesso volere, se volete iniziare a correre fatelo perché vi piace, perché è l’unica motivazione che vi porterà a perseverare.