Qualche settimana fa mentre assorta nei miei pensieri facevo uno dei miei soliti viaggi in autobus mi è caduto l’occhio sull’outfit di una ragazza, che fermava il bordo della sua gonna celeste sulla sella del motorino e nel mentre si teneva in equilibrio su basse Chanel nere con tacco largo e due cinturini alla caviglia.
Osservavo le sue gambe che le davano stabilità, così sottili e asciutte con una caviglia microscopica, un polpaccio appena accennato e un ginocchio quasi invisibile e mi chiedevo: “Come si fa ad avere gambe così?” Senza ironia, ma solo alla ricerca della formula magica per le gambe dei miei sogni. Da classica Donna a Pera infatti io sono sempre cresciuta osservando e invidiando le gambe alutui e desiderando che le mie formose e muscolose cosce diventassero improvvisamente filiformi.
Una voce dentro la mia testa ha risposto alla mia domanda: “Si smette di mangiare”, io le ho risposto che ovviamente non era vero e lei ha insistito: “Già, TU dovresti smettere di mangiare per avere gambe così” e improvvisamente ho realizzato una cosa.
Desiderare le gambe di quella ragazza era come desiderare il naso di un’altra, non c’è dieta o esercizio fisico che mi potrà dare un naso diverso da quello che ho, e non c’è nulla che possa trasformare le mie cosce da Pera in gambe sottili e secche. Non che le mie gambe non possano cambiare, non possano “migliorare” anche se questa parola non mi piace. Ma non potrò mai avere gambe diverse dalle mie, come non potrò mai essere più alta o avere più seno.
Questo invece che sconfortarmi mi ha fatto chiaramente capire quanto inutile fosse la mia ricerca e il mio desiderio. Mi terrò le mie gambe, magari un po’ più toniche e meno gonfie, ma vorrò loro bene così come sono perché sono parte di me.
Quanto tempo sprechiamo a sognare cose che non possiamo avere, cose che se avessimo non ci renderebbero più felici. Sognare una villa a Los Angeles e una carriera da cantante famoso non fa altro che rendere la nostra vita banale e insignifcante, quando in realtà è piena di meravigliose gioie come le coccole del nostro cane e le passeggiate nel bosco. Allo stesso modo ossessionarci per qualcosa che non siamo ci fa solo disprezzare le parti di noi che dovremmo amare.
In questi sette anni di blogging abbiamo parlato tanto di come concentrarci sui nostri pregi, scriverli in un diario dei complimenti, ignorare le voci cattive che sono nella nostra testa, ma non è facile, con un mondo che gira intorno all’estetica e i nostri standard troppo alti. Però quello che vedo sempre durante i miei workshop è che insieme è più facile, insieme ci si rende davvero conto che quello che abbiamo è veramente piano di pregi e che le nostre paturnie sono veramente eccessive.
Vedersi è un’altra cosa, ma non ptendo perchè non mi scrivete nei commenti qual è la cosa che invidiate di più del fisico altrui, quella che avete perseguito per anni rendendovi conto poi che non si può avere? Liberatevene insieme a me, vi assicuro che questo è davvero uno dei passi importanti prima della “prova costume”.