Sono passati mesi, ma i segni dell’alluvione, anzi delle due alluvioni che hanno colpito Genova a ottobre e novembre, si vedono ancora. Alcuni negozi hanno chiuso per non riaprire più, altri non hanno trovato la forza di ripulire, molti atrii dei palazzi sprigionano quell’odore di fango che se na andrà solo dopo anni. Molti negozi per fortuna si sono ripresi, con l’aiuto degli amici (pochi), degli sconosciuti (di più), delle banche (veramente no) e soprattutto con tanta forza di volontà dei proprietari.
Colpite da questa situazione io, insieme a Iaia e altre blogger genovesi, abbiamo lanciato un crowdfunding sperando di poter raccogliere qualcosa che aiutasse davvero qualcuno.
I soldi raccolti sono stati purtroppo solo 600€ di cui 50 se li è “pappettati” paypal, mentre Produzioni dal basso, con cui ho realizzato il crowdfunding essendo un progetto di “donazione” non ha preso alcuna commissione (valutatelo se siete interessati, è l’unico che lo fa). Pur essendo pochi sapevo che sarebbero stati utili e dopo una piccola selezione abbiamo scelto di donarli al negozio di stoffe Tessuti Bennati, aperto in piazza Paolo da Novi sei mesi prima dell’alluvione da due sposi novelli che volevano proseguire l’attività di famiglia che dal 1978 si occupa di vendita al dettaglio di tessuti sui mercati.
Stoffe e fango, le foto del negozio subito dopo sono spaventose, i danni alla merce appena ritirata, la beffa della lavanderia che ha sia danneggiato alcune stoffe e fatto sparire altre… Vi assicuro che mentre Alberto mi raccontava tutto ho dovuto trattenere il magone, che si è subito sciolto quando ha iniziato a mostrarmi le differenze di ciascuna stoffa evidenziando l’esperienza di chi vive questo mondo sin da bambino.
I nostri soldi, i vostri soldi, sono serviti ad acquistare una delle due enormi paratie in acciaio che d’ora in poi proteggeranno il negozio dall’acqua che ormai sembra volerci venire a trovare troppo spesso. Sarà bello l’anno prossimo, quando vedremo piovere un po’ più forte e ricomincierà la paura, sapere che grazie a noi, almeno uno dei negozi a rischio può difendersi. Però questo non ci basta, questa città ha bisogno che i progetti che sono approvati nei piani di bacino dal 2001 vengano realizzati, e non che tutti facciano a gara a specularci sopra. Oppure di una manifestazione “pulisci il tuo tombino” il primo weekend di ottobre, io non sono schizinosa ne claustrofobica, chi viene a pulire con me?