Ciao Zara,
è tanto che non ti scrivo, è tanto che io e te non ci incontriamo né vediamo più. Non so nemmeno se ti ricordi ancora di me, o se da anni mi ignori di proposito. Ormai ogni sei mesi spero e attendo che tu faccia un passo nella mia direzione, anche piccolino ma ogni volta rimango deluso. Quest’anno ormai ci speravo, era un po’ che mi invitavano anche alle sfilate più famose, non tutti certo, ma alcuni sì, anche dei più famosi, poi persino i più alla mano hanno iniziato a tenermi in considerazione, anche quelli del Nord Europa con cui, giocoforza ci siamo sempre visti poco, però anche loro mi stanno rivalutando.
Tu ancora no, e dopo aver visto il tuo comportamento con questo autunno inverno davvero inizio a temere tu lo faccia di proposito, che tu mi ignori apposta, come quell’amica al liceo che ti passava il compito di matematica ma che tu non consideravi all’altezza di essere invitata a casa tua. Ma io ci sono, e sempre ci sarò, più nella tua patria appunto che in altri luoghi, hai deciso ormai di pensare che non esisto, emigrerò andrò in altri paesi dove, soprattutto perché raramente presente, mi tengono in considerazione.
Non so se tu mai cambierai, ma io non ho più intenzione di insistere e farti cambiare, continua pure per la tua strada, senza di me, e io mi porterò dietro chi è come me, e chi mi ama.
Sinceramente
Il punto vita.
Ho inventato questa lettera perché sono stanca e stufa, stufa di aspettare che chi disegna vestiti, vestiti per la grande distribuzione, Zara in testa, si accorga che le donne hanno il punto vita. E’ vero non tutte lo hanno, ma soprattutto in Italia e in Spagna la forma tipica è appunto la forma con il punto vita. Se ci ignorasse H&M, marchio svedese, lo capirei, ma così è come se Primark non considerasse che la maggioranza delle donne inglesi hanno un seno florido. La collezione di quest’anno di Zara non lasciava spazio a molti dubbi e così eccomi qui a protestare.
Non boicotterò il marchio, ma giocoforza mi ritroverò a poterci acquistare solo collane e qualche blusa da infilare dentro la gonna, i maglioni privi di lana già li ignoravo da tempo, i pantaloni che si sformano dopo due giorni anche, e a questo punto nemmeno gonne e vestiti sono fatti per me, e per le altre milioni di pere e clessidre che popolano l’Italia.