Quando mi chiedono del mio viaggio in Scozia inizio immediatamente a raccontare di questi posti, il Nord più a Nord possibile. Peccato che quando spiego che sono stata nella punta più a nord mi si risponde: “Eh si anche io sono stato a Lochness” no, non hai capito, Lochness è due ore a sud di dove sono stata io, è come se tu pensassi che sono stata in Liguria invece che in Val d’Aosta. La guida ci aveva avvisato, in pochi si avventurano fino lassù, forse spaventati dalle stradine a corsia singola (punteggiate da passìng place), o dalla lunga distanza, eppure non c’è posto più bello, e ne vale davvero la pena. Pochi turisti si fermano a Thurso, poi tornano giù e passando per Lochness diretti a Skye, ma io, complice l’omino di google street view, avevo visto quanto strani e spettacolari erano questi luoghi e ci ho diretto là senza indugio.
Il piano era, oltre a questo lungo giro per poi arrivare a Kinlochbervie, di visitare le Orcadi, ma non avevamo fatto i conti con i battelli, davvero molto mattinieri e dovendo ancora effettuare il tragitto Inverness-Thurso abbiamo dovuto rinunciare. Ci siamo potuti così godere il tragitto Inverness-Wick-Kinlochbervie con tutta la giornata di tempo.
La costa da Inverness a Wick è molto strana, dolce collina che a un certo punto precipita in mare con una curvatura ripida. Pensando di avere molto tempo abbiamo aggiunto due tappe, che avremmo potuto evitare, il paesino di Portmahomack e l‘Hill of many stanes. A mia discolpa ero rimasta male per non aver potuto visitate il Ringh of Brodgar delle Orcadi (ho letto troppi libri di Marion Zimmer Bradley e di Phyllis Curott), e non mi aspettavo le dimensioni ridotte di queste stanes.
Abbiamo fatto pausa pranzo a Wick, e sinceramente non avevo mai visto una cittadina più triste. Che si è però ripresa visitando lo splendido e non segnalato diroccatissimo castello di Sinclar, di cui vi riportò le segnalazioni della Routard o non avrete chance di trovarlo.
Si erano fatte le 3 e abbiamo dovuto rinunciare nostro malgrado al faro dopo la Gill’s bay per riuscire a percorrere le 3 ore che ancora ci aspettavano. Tre ore in cui M. ha guidato con la luce della sera scendendo e salendo da colline in compagnia solo di laghi e pecore. Ci siamo fermate in questo posto stupendo, il ponte subito dopo Tongue, dove la marea stava salendo e si precipitava verso i nostri piedi. Sembrava di essere in montagna ma con l’odore salmastro del mare. Sembrava di essere un po’ alla fine del mondo.
Dopo questo luoghi stupendi siamo arrivati a Kinlochbervie e al nostro caravan. Caravan bordo lago, ma pur sempre un caravan. L’avevamo scelto per poter pernottare in questa zona e visitare con più calma questi luoghi isolati, ma anche per provare qualcosa di un po’ diverso. Il caravan però usciva direttamente dagli anni 80, molto carino e pittoresco anche se a tratti un po’ inquietante, ma si faceva ripagare completamente dalla vista mattutina, e dalla colazione, che ci ha portato all’indigestione vera per la quantità di cibo delizioso che ci hanno servito.
Ripercorrendo ancora questo tragitto con il mio fidato omino di google maps ho trovato altre bellissime cose che ci siamo persi, spiaggie bianche surreali, picchi sulla scogliera, e se (quando) tornerò in Scozia sicuramente dedicherò più tempo e più calma a questa zona, trascurandone altre e magari persino programmando delle gite a piedi, perché io, che di mio sono l’anti-camminata in montagna, pur di vedere le meraviglie di questa zona, alcune non raggiungibili in auto, non mi farei scrupoli a mettermi le gambe in spalla.