Dopo aver visitato il castello, la Old Town e la New Town (specialmente i suoi negozi), abbiamo ritorato la macchina affitata e la mattina del terzo giorno ci siamo avventurate alla scoperta della costa orientale.
La vacanza ha preso sin da subito una piega ben precisa: il cibo non doveva mai mancare, i castelli ci piacevano solo se diroccati, e eravamo sempre perennemente in ritardo, colpa del fatto che la cucina dei locali chiudeva alle 9 (quindi l’ansia di non trovare da mangiare era palpabile).
Prima tappa è stata Aberdour (che mi ricordava tanto un nome del signore degli anelli) e il suo castello appunto diroccato dal quale si vedeva Edimburgo.
La seconda tappa della giornata era il piccolo paesino di Crail, nel quale avevo visto ci sarebbe stato un baracchetto che vendeva dei panini con il granchio, che purtroppo erano finiti (come la Torta di Riso, dato che l’ospitalità ligure non ha molto da invidiare a quella che ho percepito in scozia) e ci siamo accontentate del Granchio-Vestito, buono ma freddo di frigo mi è rimasto sullo stomaco fino a cena. Il piccolo paesino di Crail è davvero bella, ed estremamente particolare perché molto arroccata, davvero diversa da tutti i paesaggi visti fin’ora e anche dagli altri paesini scozzesi.
All’alba delle 16:30 finalmente abbiamo raggiunto a St. Andrews, giusto in tempo per non poter salire sulla torre della cattedrale (diroccata che se non non ci piace) per qualche furbissimo italiano aveva infilato troppi gettoni nel tornello che si era inceppato, siamo riuscite così però a visitare il relativo castello (anche’esso diroccato) praticamete da sole all’orario di chiusura ed anche a infilarci un pochino nelle miniere sotto di esso.
Da lì di corsa ci siamo precipitate a Inverness, con succulenta pausa per cena vicino Pitlocry, per non far infuriare troppo la proprietaria del B&B che ci aspettava in piedi e avrebbe voluto andare a nanna alle 9.