Chi: Giulia
Segni particolari: osservatrice attenta
Nemici: gli sbalzi d’umore
Amici: tutti, almeno fino alla prima delusione
Forma: mela a otto
Odio: la pancia
Amo: le gambe
Amerei: avere la pancia piatta e le braccia meno cicciotte
Premetto che non sono una ragazza che guarda molta tv. L’ho sempre trovato un passatempo piuttosto “passivo”, preferisco leggere, tutt’al più guardare un film. Qualche tempo fa, però, ho trovato un canale dove dilagano trasmissioni del tipo “dimagrisci e cambia la tua vita!” o “obesi che vogliono ricominciare!”. Incuriosita, sono rimasta a guardare. Ho sempre avuto un problema col mio peso e il mio corpo, anche se non sono mai stata grassa, tantomeno obesa. Però, sin da ragazzina, mi facevo i classici “complessi” a causa della pancia (che resta anche quando dimagrisco tantissimo), del seno abbondante, delle braccia cicciotte. Forse per questo, questi programmi hanno fatto presa su di me, perchè, in fondo, mi rivedevo in quelle donne che volevano cambiare vita, cominciando dal perdere peso e rimettersi in forma.
Col tempo, però, ho capito che quelle trasmissioni non lanciavano affatto un messaggio positivo. E spiego perchè: il programma cominciava sempre con il presentare una donna grassa, spesso al limite dell’obesità, che conduceva una vita sregolata o mangiava schifezze. Subito dopo, un personal trainer giovane e muscoloso – la classica immagine del “vincente” – veniva inviato a casa della ragazza, per “redimerla”. E come? Attraverso l’umiliazione. La protagonista, infatti, vedeva ispezionata la sua dispensa, spesso con critiche pungenti, e addirittura misurato il suo corpo, neanche fosse un animale ad un’esposizione. Seguiva poi la parte dedicata alla “ginnastica”, con tanto di telecamera puntata su dettagli imbarazzanti (gambe tremolanti, sudore ecc…). E che ridere, quando non riusciva ad eseguire gli esercizi, perché troppo stanca.
E’ questo che meritano persone che hanno già un problema (sì, perchè l’obesità non è dovuta soltanto al “lasciarsi andare col cibo”, è una malattia a tutti gli effetti) da risolvere? Ulteriori umiliazioni, per di più trasmesse a migliaia – se non milioni! – di persone? Se in questo programma avessero utilizzato donne malate di cancro, o anoressiche, o portatrici di handicap, tutti avrebbero gridato allo scandalo. Invece, si può deridere una donna obesa perchè non riesce a correre per più di due minuti.
E’ questo che la società insegna: ci sono malattie di serie A e malattie di serie B. L’anoressia viene quasi “esaltata”, una ragazza anoressica è oggetto di compassione e comprensione. Una donna grassa, è solo una golosa che non sa contenersi.
Mi auguro solo che, in futuro, venga mostrato maggiore rispetto per tutte le patologie legate all’alimentazione. Che la tv non sfrutti le debolezze e la voglia di ottenere i “quindici minuti di celebrità” della gente, per confezionare programmi tutt’altro che educativi.
E che chi vuole davvero dimagrire (per questioni di salute e, solo secondariamente, estetiche) si rivolga a specialisti seri, non ad energumeni dotati di macchina da presa e falso sorriso smagliante. Nessun cambiamento comincia dall’umiliazione. Nessuno deve permettersi di ridere di una malattia altrui. E nessuno deve permettere ad altri di osservare con derisione i propri sforzi. Forse, comprendere questo è il primo passo per “cambiare”.