Chi: Guia, ex insegnante, mamma a tempo pieno, segretaria di mio marito al 50% …. Le giornate sono sempre troppo corte!
Segni particolari: alta
Nemici: chi mi chiede quanto sono alta
Amici: chi, in generale, non ha bisogno di fare commenti sul fisico altrui
Forma: rettangolo o peggio grissino
Odio: i miei polpacci
Amo: i miei capelli che ho deciso di non tingere
Amerei: avere i polpacci!
A quanti anni smetteranno di chiedermi Quanto sono Alta?
Sono alta. Più alta dei miei genitori, zii, cugini.
Sono l’unica, in famiglia, ad essere così alta: 178 cm. Delusi? Vi aspettavate di più?
Peso 57 kg da quando mi ricordo di essermi pesata la prima volta. Ossa finissime, niente muscoli. L’effetto è quello di sembrare ancora più alta.
Mi ricordo che da bambina mia madre mi diceva che sembrava avessi ripetuto la classe: una doccia di acido muriatico per l’autostima vacillante di una scolaretta.
Malgrado ciò, sono diventata adulta senza psicanalisi e mi sono sposata (mio marito è alto 1.80).
Ora ho 46 anni e con il mio corpo convivo bene e … me ne sono affezionata. E’ il mio, lo conosco centimetro per centimetro, meglio di chiunque altro. Lo curo, lo rispetto. Sono felice ma…
Ma non femminile.
Il mio fisico senza forme e la mia altezza sono un connubio letale: niente tacchi (per non essere più grande anche di mio marito), niente gonne (Anna, lo so, stai per svenire…).
L’angoscia peggiore: trovare un paio di scarpe.
Entrate in un qualsiasi negozio di vostra conoscenza ed escludete le scarpe con tacco, zeppa, plateau. Vi resta ben poco, vero? E come immaginate i miei piedi? Paffutelli? Nah… lunghi, fini, spigolosi. Tutto mi è troppo largo. Allora sono costantemente alla ricerca di calzature e quando le trovo, le acquisto senza chiedermi se ne ho veramente la necessità. Mi vanno bene e questo basta per convincermi.
Ho uno spiccato senso pratico: taglio, cucio, riduco, aggiungo e sistemo quello che non si adatta come vorrei. Un esempio? Posso comperare dei sandali troppo larghi, scollarli, ridurre la lunghezza dei cinturini e ottenere un risultato quasi perfetto. Ma gira e rigira porto sempre lo stesso genere di calzature e i termini “tendenza” o “moda” sono un miraggio.
Niente tacchi, niente polpacci e (sic) niente stivali. Il mio cruccio maggiore. Trovarne un paio è un’impresa titanica! E non ditemi che gli stivali stanno bene anche morbidi o addirittura portati larghi sulla gamba. Si, lo so, è vero, ma stanno bene a chi i polpacci li ha! A me non fanno che evidenziare questo orrendo difetto, non fanno che sottolineare che lì non c’è niente. Qualche volta mi hanno salvata le calzature per bambini, quando hanno anche numeri grandi. Per le ragazzine gli stivali hanno la gamba più stretta.
Nel mio peregrinare, ho trovato un sito interessante:
Duo boots. Scarpe per chi ha la pianta del piede fine, media o larga e … udite, udite…stivali per polpacci da 30 a 50 centimetri di circonferenza!
Si possono ordinare ma visto i prezzi (si deve calcolare tra i 190 e i 240 euro) diventa imperativo andare a colpo sicuro. Se dovessi trovarmi a Bath, Edimburgo o Londra, dove hanno delle boutiques, mi toglierei lo sfizio!
Dunque, dicevo, niente gonne. Collant? Mai avuti, mai acquistati. Ma ve li immaginate i collant color carne su due grissini torinesi? Le gonne le porto una settimana all’anno, al mare, dove nessuno mi conosce. Abbronzate, le mie gambe hanno un aspetto più salutare. A casa mi vergogno, non ce la faccio, sono così imbarazzata che potrebbe venirmi uno sfogo cutaneo! Allora evito, a discapito della mia femminilità.
Trovo i polpacci sexy, quasi quanto una scollatura su un seno florido o un sodo lato B. Non lo penso solo io: fate un giro sul web e vedrete! Alcune di voi, a questo punto, staranno pensando che averli troppo grossi è altrettanto fastidioso (vi assicuro, ve ne porterei via volentieri una fettina) e che nel mio caso basterebbe praticare un po’ di sport… Non vi dico cosa non ho tentato prima di metter su famiglia: la bicicletta, la palestra, il balletto, il flamenco. Niente da fare! Non si gonfiano neanche morti! Sembrerebbe dipenda anche da un fattore costituzionale e genetico. Perfino alcuni culturisti faticano molto a svilupparli e taluni ricorrono alla chirurgia plastica (si, si come chi opta per un aumento del seno!).
Vi rassicuro: non mi vesto con fodere di piumino o con tute informi. Il mio look è sportivo, casual: un bel jeans, un pantalone di taglio maschile, camicie (tante), golfini o maglioncini con scollo a V. Da Mango o Massimo Dutti posso uscire soddisfatta: i pantaloni sono sempre abbastanza lunghi. Nel mio guardaroba si trovano in egual misura capi di Tommy Hilfigher, Gant e Ralph Lauren. Non vivo in Italia dunque non ho altri riferimenti.
Scarpe tipo inglesi, mocassini, ballerine. Adoro le borse, soprattutto grandi e in questo campo mi do alla pazza gioia. E poi foulard, sciarpe, pashmine, cinture. Punto tutto sugli accessori, sulla marca del momento o l’originalità, per attirare l’attenzione li e non altrove.
Un look semplice, sobrio e … monotono. Il tutto sta comodamente in un armadio a due ante.
Evito come la peste gli inviti di lavoro di mio marito perché non so cosa mettermi. Odio le foto di gruppo in piedi. E i commenti che ci vanno assieme.
Detesto quando con un solo sguardo (di quelli brutti, invasivi, sprezzanti) mi fanno dubitare dell’affetto, dell’attaccamento nei confronti del mio corpo. Biasimo quando una persona che incontro per la prima volta, mentre mi stringe la mano, mi guarda (furtivamente e anche non!) i piedi per vedere se porto i tacchi e mi chiede senza riserbo quanto sono alta. “Ma io ti chiedo quanto pesi?” é il mio pensiero… E le battute da due soldi: “Mi metto sullo scalino così possiamo parlare guardandoci”.
Forse non è evidente per un uomo essere più basso di una donna ma, diamine, un po’ di eleganza, di savoir faire et savoir vivre! Perché farmi restar male? Le ho scelte io la mia e la tua statura? E lo sguardo invidioso delle donne che (probabilmente) soffrono per la loro bassa statura? Ok, ma perché snobbarmi, guardarmi in cagnesco, schiacciarmi se il problema non è il mio?
Quando mi sono sposata ho sperato avere figli maschi: era evidente che se avessi avuto delle femmine sarebbero state grandi e si sarebbero dovute confrontare con l’ignoranza di tanti. Ho due bei maschietti!
Ecco, l’ho scritto. Ora accendo la TV e guardo le notizie: quelle tristi, fatte di ingiustizie, di sofferenza. Così andrò a letto convinta che il mio bicchiere è mezzo pieno e non mezzo vuoto.
E per domani: jeans e camicia bianca o jeans e golfino?