Ad accomunare questi due modelli è la lunghezza, entrambi infatti terminano tra il ginocchio e la caviglia, a seconda del modello e a seconda dell’altezza di chi li indossa.
Il modello capri è aderente e di rigore termina a metà polpaccio.
Il pinocchietto è più corto e spesso anche più largo.
I pantaloni capri, hanno una storia altolocata e ci ricordano un po’ il clima vacanziero. Li portava Brigitte Bardot e sono chiamati anche highwater che in Italia viene tradotto nel meno fashion “acqua in casa”. In teoria il loro taglio a metà polpaccio dovrebbe accorciare la figura, in realtà questo modello dona alle più minute, complice anche la vita mai troppo bassa e il taglio aderente. Non dona invece a chi ha fianchi larghi e polpaccio robusto, anche se con il tacco questi difetti vengono attenuati. La scarpa per eccellenza che le accompagna è raso terra, ballerina più che sandalo, ma con una zeppa in paglia o un’open toe possono fare una bella figura.
I pantaloni a pinocchietto si possono definire i parenti meno nobili dei pantaloni capri, e raccolgono tutti quei modelli che derivano dai loro cugini. Il più comune è il modello aderente ma che termina subito sotto il ginocchio. Questo modello ha il pregio di evidenziare meno il polpaccio, ma limita anche il potere slanciante e accentua l’effetto imbuto. L’altro modello molto comune è quello largo, che cade dritto dai fianchi e termina a metà polpaccio o poco sopra. Tale modello elimina l’effetto imbuto, ma accorcia e intozza la figura notevolmente. Questo modello penalizza quasi tutti i fisici ed ha un taglio molto sportivo, quindi meglio evitarlo a meno che non abbiate deciso di andare a una festa a tema Rap o Hip-Hop.