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Scegli la forma del tuo corpo

Ogni donna è diversa, per questo ho creato il sistema AV che parte da 5 forme del corpo per poi avere altre 22 variazioni. Troverai sicuramente la tua forma.

Le mie consulenze per te

Desideri risolvere una volta per tutte tutti tuoi problemi con i vestiti, inziamo subito, e presto ti vedrai con occhi diversi.

Chi sono

Anna Venere –  CONSULENTE D’IMMAGINE un po’ particolare: aiuto le donne a risolvere i problemi nascosti nel loro armadio, insegnando loro a vestirsi in base alla propria forma del corpo

Se hai bisogno di cambiare look ma non sai da quale parte iniziare, non ti senti a tuo agio con capi diversi dal solito o ti sembra che nessun abito ti stia bene, sei finita nel posto giusto.

Dopo il progetto You are good enought un secondo mi ha colpito anche di più. Ne ha già scritto Marged su Diva delle Curve, ma vi invito a leggere direttamente la storia di Whitney sul suo blog No Body Shame Campaign, è lunga ma ne vale la pena, vi racconterò ciò che più mi ha colpito. Prima di farlo però vorrei chiedervi una cosa, chi non ha altro da commentare riguardo, a questo argomento, se non “eh però le persone grasse devono dimagrire per la salute” è invitato ad astenersi dal commentare, liberissimo di pensarla in questo modo ma vorrei trattare l’argomento bullismo e l’argomento vergogna, quindi se la pensate diversamente da me va benissimo ma vi invito ad andare oltre. Potete sfogarvi sull’argomento “salute” sui seguenti post, Non giudicare il corpoL’abito che ti ama“Mangio un sacco e resto Magra” se non l’avete già fatto. Qui cerchiamo di andare oltre, avrete pur altri argomenti oltre alla salute?
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La campagna No Body Shame di Whitney mostra un video si intitola apposta “A fat girl dancing”. Apposta. Anche per riappropriarsi della parola “grassa”, ma quello che mi ha colpito è la sua storia, una storia fatta di vergogna provata per se stessa, e di chiedere scusa per il suo aspetto. A un certo punto però ha detto basta, e vi riporto l’episodio che ha iniziato a farle capire che essere grassa non la faceva automaticamente essere una colpa.

[Whitney mostra una sua foto di quando aveva 10 anni, una ragazzina magra che si copre il costume con una maglietta]
Of course, I have a t-shirt draped over my body because I was ashamed. Ashamed at 10 years old. Ashamed to be existing in my perfectly healthy, thin by all standards -including the BMI- body. Ashamed to have to wear a swimsuit to compete in a sport I loved. Where did this shame originate? The only answer I can come up with is my peers, and more specifically, my male peers.
I carried that shame with me when I was 10. […]I carried it when I was 18, getting my belly button pierced – I was 130 pounds and I said sorry to the male piercer at the tattoo studio when I lifted up my shirt to expose my belly. I apologized for subjecting him to my “less-than-perfect” stomach.
Certo, avevo una t-shirt drappeggiata sul mio corpo perchè mi vergognavo. Mi vergognavo a 10 anni. Mi vergognavo di esistere nel mio corpo perfetto, sano, magro sotto ogni standarda – incluso l’indice di massa corporea. Mi vergognavo di indossare un costume per competere in uno sport che amavo. Da dove veniva tutta quella vergogna? L’unica risposta che posso avere è dai miei coetanei, e più specificatamente i miei coetanei maschi.
Ho portato questa vergogna con me quando avevo 10 anni. L’ho portata quando avevo 18 anni, e facendo il mio piercing all’ombelico – pesavo 59 kg – e ho chiesto scusa all’uomo che faceva i piercing quando ho sollevato la mia t-shirt per mostrare la mia pancia. Ho chiesto scusa per sotttoporlo al mio stomaco “non perfetto”.
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[Quando va al college prende più di 100 libbre, per colpa di un grave squilibrio ormonale e di psicofarmaci, arrivando a pesare 113 kg in meno di 6 mesi, una sera dopo una crisi isterica chiama suo padre disperata]
I wanted to know why I’d been sent to a nutritionist when I weighed 140 pounds. I wanted to know why I had listened to my mother constantly berate herself for gaining weight or being ugly. Why she refused to take pictures or appear in our home movies. Why no one told me I was crazy when I stopped wearing shorts at 13, or covered up my bathing suit with overalls on the beach. I wanted to know WHY.
Volevo sapere perchè ero stata mandata da un nutrizionista quando pesavo 63kg. Volevo sapere perche avevo dovuto ascoltare costantemente mia mamma sgridare se stessa per aver preso peso ed essere brutta. Perchè lei rifiutava di farsi fotografare o apparire nei video di famiglia. Perchè nessuno mi aveva detto che ero matta quando ho smesso di indossare shorts a 13 anni, o coprire il mio costume con una tuta quando ero in spiaggia. Volevo sapere Perchè!
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[Dopo il college va a insegnare inglese a scuola in corea a ragazzini di 10 anni insieme al fidanzato, e per spiegare ad un alunno che non deve chiamare “brutta” la sua compagna inizia a  spiegare]
“When I walk down the street…every day…people point at me. They laugh at me. They say “waegookin (foreginer)!”  The class fell silent. The girl who had been commanded to put on some “lipsticks” asked me softly, “Teacher. Do you cry?”“Yes,”  I said.  “Sometimes I cry.”  Everyone was quiet for a few moments. Then she said,  “Teacher. When someone say that to you you should just say meanhamnida.”  Meanhamnida means “I’m sorry” in Korean. I appreciated that she was trying to help me and I was going to say thank you when one of my favorite students, who went by the English name “Scott” spoke up. I could practically see the gears turning in his head as he cranked out the next sentence, searching for the English words to translate his idea.  “Teacher…you should NOT say meanhamnida…because you are not do anything wrong!!!”  In that moment, I knew that Scott understood more than I ever imagined a young boy growing up in Korea to understand.
“Quando Io cammino per la strada… tutti i giorni… persona mi indicano. Ridono di me. Dicono “waegookin (straniera)!” La classe diventò silenziosa. La ragazza a cui era stato detto di mettere su un po’ di rossetto mi chiese, “Maestra, Piangi?” “Sì” ho detto “Quanche volta piango” Tutti stettero zitti per un momento. Poi lei disse: “Maestra. Quando qualcuno te lo dice tu dovresti dire solo meanhamnida.” Meanhamnida significa “Mi spiace” in coreano. Apprezzavo che stesse cercando di aiutarmi e stavo per ringraziarla quando uno dei miei studenti preferiti, che usava il nome inglese di “Scott” parlò. Potevo vedere le rotelle girare nella sua testa mentre sfornava la prossima frase, cercando le parole inglesi per tradurre la sua idea. “Maestra… tu non dovresti dire meanhamnida… perchè non stai facendo niente di sbagliato!!!” In quel momento ho capito che Scott capiva più di quando io immaginassi che un ragazzino cresciuto in Corea potesse capire.
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Once, when I was 21, I was dating my then-fiance whose roommate had an inside cat that often escaped outside. One night, as I was coming in, he bolted for the door and ran out before I could grab him.
I saw the roommate (who was also my “friend”) had posted an away message on AIM (this was before Facebook, and passive-aggressiveness was not as far-reaching) that said, Due to obesity, my cat ran away. I was incensed at this. That damn cat got out all the time. My stomach rolls and flabby arms didn’t have a fucking thing to do with why his cat hadn’t come home – but attributing it to my fatness was easy, so he did. This was also one of the first times I’d ever worked up the courage to defend myself.

Una volta, quando avevo 21 anni, stavo uscendo con il mio fidanzato di allora il cui compagno di stanza aveva un gatto che scappava spesso fuori. Una sera, mentre stavo entrando, lui andò come un fulmine alla porta e fuggi fuori prima che potessi afferrarlo. Vidi che il coinquilino (che era anche mio “amico) aveva postato un messaggio su su AIM (tempo prima di facebook, e l’essere passivi aggressivi non era lontano da raggiungere) che diceva “Per colpa dell’obesità il mio gatto è scappato”. Ero furibonda. Quel dannato gatto scappava tutte le volte. I rotoli del mio stomaco, le mia braccia flaccide non avevano niente a che fare con il perchè il suo gatto non tornava a casa – ma attribuirlo alla mia grassezza era facile, così lui l’aveva fatto. Quella fu anche la prima volta che io abbia svegliato il mio coraggio per difendermi.


So WHY are we so afraid of the F-word? It’s because he word fat encompasses so much more than a physical description. Everyone knows that fat also means ugly, lazy, undesirable, stupid, and a host of other negative words, but I beg to differ with this implication. I truly believe that I’m beautiful and sexy and totally desirable. Of course, this is subjective, but I know for a fact that I’m not lazy or stupid.
Così perchè siamo così spaventati dalla parola con la F (fat)? È perchè la parola grasso include molto di più di una descrizione fisica. Tutti sanno che grasso vuol anche dire brutto, pigro, non desiderabile, stupido e un sacco di altre parole negative, ma vi chiedo di dissentire da questa implicazione. Io credo fermamente di essere bella e sexy e totalmente desiderabile. Certo, questo è soggettivo, ma so per certo che non sono pigra o stupida. (Whitney era la prima della classe ha sempre praticato calcio e nuoto e danza ad alti livelli).
I’m a bad-ass and a fat-ass and that is perfectly all right with me.
Sono tosta e ho anche culona, e questo è perfettamente giusto per me.
Il messaggio di Whitney va in così tante direzioni, e la sua storia è così lunga, e ho potuto tradurvene solo una parte, che vorrei sapere cosa vi ha trasmesso. Sempre chiedendovi di superare il pregiudizio che le persone grasse non si occupano della loro salute, o almeno se continuate a pensarlo va benissimo, ma cercate sotto a questo post di analizzare gli aspetti del suo messaggio, non solo quello.
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In fondo quello che Whitney sta dicendo  che essere discriminati o ridicolizzati perchè si è bassi, grassi, con i capelli ricci (in Corea anche questo è un punto di vergogna), per il colore della pelle, per la quantità di pori dilatati che si ha sul viso è la stessa cosa, ed è sbagliato. L’essere grassi è visto e usato dalla nostra società come una colpa, quando si vuole svilire una persona, le si chiede: “Ma sei ingrassata?” o se si hanno meno di 13 anni “Ahaha, Tizia ha il culone” come se essere grassi fosse una colpa, e fosse giusto insultare. Perchè? E noi stesse ci siamo convinte che ingrassare, anche solo di quei 5 chili dopo la gravidanza sia un segno di debolezza. Dobbiamo essere perfette, dobbiamo fare tutto, e se non siamo magre siamo un fallimento. Perchè?

In un altro episodio Whitney racconta che la sua insegnante di recitazione quando lei risponde che non le piacciono i dolci le dice: “Ahaha, come non ti piacciono, ma se ti vedo ingozzarti tutto il tempo!!” L’insegnante non l’aveva mai vista mangiare, mai le aveva visto mangiare nemmeno un pacchetto di creacker. Quanto è forte il nostro pregiudizio. A me fa paura perchè è lo stesso pregiudizio che prima di Marti Luther King si aveva nei confronti delle persone di colore. E’ razzismo, nulla di più nulla di meno.

Aggiunta: Se avete letto l’articolo sapete che Whitney si muove molto e fa più sport di me. Io non credo affatto che lo sport faccia male, ma che sia una cosa da non prendere alla leggera perchè è necessario imparare a conoscere il proprio corpo e ascoltarli per capire se lo si sta sforzando troppo. Ogni allenamento intensivo non fatto sotto supervisione di qualcuno può provocare traumi anche non lievi. Le attività più blande come yoga, nuoto e camminata sono più sicure e che ogni corpo va rispettato non allenato e privato di cibo oltre le sue capacità.

 

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anna@modaperprincipianti.com
AnnaVENERE

Aiuto le donne a vestirsi in base alla forma del corpo, a ritrovare i propri pregi, minimizzare i difetti e imparare ad amarsi così come sono.

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