Non sono una grande fan della serata di Capodanno. Non mi piace passarlo in discoteca, troppo costoso e troppo stancante, non ho tempo per andare in montagna, da quando ho un lavoro non ho più una settimana di vacanza, e non do troppa importanza alla festa.
I capodanni più belli che ho trascorso sono stai improvvisati (e io odio l’improvvisazione). Un anno ci siamo aggregati a degli amici che andavano a Siena, e abbiamo trascorso la mezzanotte in piazza ad ascoltare a cantare a squarcia gola: “Se l’amore è amore, se l’amore è amore…” Un anno mi sono ritrovata la casa invasa di amici che hanno ballato fino alle 4. Questi sono i capodanni migliori.
L’unica cosa che è per me importante la sera di capodanno è, prevedibilmente, poter indossare un bel vestito. Quando la meta è una casa di campagna in disuso da mesi (e quindi gelida), questo mi è più o meno negato, o almeno tal vestito deve essere coperto da strati di maglioni.
Quest’anno non so ancora che sarà di me, ma ho tanta voglia di brillare. Ho voglia di attirare l’attenzione con un vestito con paillette e un paio di scarpe di strass. Sto meditando se indossare un bell’abito di mamma, nero di Marina Rinaldi con delle paillette ricamante a cascata, ma per farlo dovrò cercare di mantenere la pancia piatta fino a capodanno, mia mamma è più magra, oppure decidermi a comprare i ciclisti shaping della Triumph. Il tutto sarà ovviamente contornato da quella cosa che brilla che mi ha regalato il mio ragazzo per Natale. Tranquille, al collo, non al dito!