Insegnare qualcosa che sai, che ami, in cui credi è il lavoro più bello del mondo. Ti dà la sensazione di fare qualcosa di utile, qualcosa che lascerà il segno, di fare la differenza. Spiegare perché quello che fai è importante e che impatto può avere sulla vita di qualcuno ti consente di imprimere davvero nella mente delle persone quelli che stai spiegando.
La mia professoressa di italiano amava Dante, perdeva ore a discutere di quando fosse bello perché “È Dante!!” senza però spiegarci perché avremmo dovuto amarlo anche noi, cosa poteva darci nella vita a lungo termine. A me, dislessica e poco incline alle materie classiche, non è rimasto impresso nulla di Dante, piuttosto ricordo le sue ampissime gonne longuette a ruota verdi e rosse. La mia insegnante di inglese invece era piuttosto sconclusionata, faceva battute scoclusionate che capiva solo lei, ma sapeva comunicare la bellezza e l’utilità della letteratura e poesia inglese. Da Christina Rossetti a Charles Dickens io ho amato e amo ancora la letteratura inglese, grazie a quella ho imparato l’inglese ma ho anche imparato per cosa abbiamo lottato e cosa abbiamo già ottenuto come diritti umani e femminili.
Quando ho terminato l’università avrei voluto fermarmi a insegnare, ma data la crisi e le ultime riforme sapevo sarebbe stato impossibile. È stato bello poi trovare un altro modo di insegnare, un modo più adatto a me, un argomento in cui credo di più.
Insegnare alle donne a volersi bene, a utilizzare i vestiti come se fossero degli alleati, non dei nemici, a riconoscere i loro pregi. È questo che io faccio durante i miei corsi, quando parli di qualcosa in cui credi così tanto non c’è mal di testa, notte in bianco, o pubblico un po’ diffidente che ti possano fermare. Io sono lì, investita da una missione e nonostante il vestitino fucsia mi sento molto combattiva.
Combatto perché so che alla fine ognuna delle donne che è venuta uscirà un po’ più serena, consapevole che non è sola nelle sue paranoie, che potrà sconfiggerle e che vestirsi è molto più semplice di quello che crede.
Ogni tanto qualcuno mi chiede chi me lo fa fare, di svegliarmi all’alba, lavorare nei weekend, andare fino a Ginevra, a Venezia e progettare date ancora più lontane. Mi chiedono se non è lo stesso se quelle cose le scrivo sul blog, su Facebook o se le dico in un video. No non è lo stesso, perché se tu adesso leggi che per vestirsi bene non bisogna essere magra, che anche il tuo aspetto che magari detesti ha un sacco di pregi e che ci sono sicuramente degli abiti adatti a te, magari mi credi, il tuo cervello razionalmente è convinto, ma il tuo inconscio no, il tuo rapporto con te stessa non cambia.
Se io invece tutto questo te lo faccio vivere, te lo mostro, insieme a me te lo dicono anche le altre 49 ragazze in sala, inizia a scalfirsi qualcosa dentro di te, riusciamo a zittire quella vocina dentro di te che ti ripete cattiverie da anni, e finalmente ti senti più serena.
Cosa ci può essere di meglio nella vita che fare un lavoro che aiuti gli altri a stare meglio con se stessi? Ve lo dirò dopo il prossimo corso, a Bologna il 16 ottobre, per prenotarvi scrivetemi ad anna.venere3@hotmail.it.